La chemioterapia consiste nell’impiego di particolari farmaci detti citotossici o antiblastici allo scopo di provocare la morte delle cellule tumorali.
I chemioterapici sono somministrati a volte per via orale sotto forma di compresse, ma più comunemente sono iniettati direttamente in vena (somministrazione per endovena). In questo caso, la chemioterapia si riceve in regime ambulatoriale o di day hospital, ma talvolta potrebbe richiedere un breve ricovero di due-tre giorni. Ciascun ciclo di chemioterapia dura alcuni giorni ed è seguito da un periodo di riposo di alcune settimane per consentire all’organismo di superare gli effetti collaterali. Il numero totale di cicli dipende dalla tipologia di farmaci utilizzati, dalla risposta del tumore alla terapia e dalla gravità degli eventuali effetti collaterali.
Per il tumore della laringe, la chemioterapia può essere usata:
- prima della radioterapia (chemioterapia neoadiuvante o di induzione) allo scopo di ridurre il diametro del tumore e accrescere l’efficacia delle irradiazioni;
- insieme alla radioterapia (chemioradioterapia concomitante);
- nei casi di tumore avanzato, per tenere la malattia sotto controllo, alleviare il dolore e altri sintomi e mantenere la qualità della vita (intento palliativo).
I chemioterapici maggiormente usati per il trattamento del tumore della laringe sono cisplatino o carboplatino, 5-fluorouracile, docetaxel o paclitaxel. Si possono somministrare da soli oppure in associazione con la terapia a bersaglio molecolare o con l’immunoterapia nel caso di tumore ricorrente localmente o metastatico a distanza; il regime adottato (giornaliero, settimanale, trisettimanale) dipende principalmente dalle condizioni generali del paziente e dalle patologie concomitanti.
Per approfondireMaggiori informazioni sono disponibili nel libretto La chemioterapia Maggiori informazioni sul singolo prodotto antitumorale (come si somministra, quali sono gli effetti collaterali più e meno frequenti) sono disponibili sulle Schede sui farmaci antitumorali |
Le reazioni alla chemioterapia variano da soggetto a soggetto. Talvolta gli effetti collaterali potrebbero essere anche fastidiosi, ma di solito possono essere facilmente controllati con appositi farmaci. Gli effetti collaterali più comuni sono:
ridotta resistenza alle infezioni: se, da un lato, i farmaci provocano le morte delle cellule tumorali, dall’altro riducono temporaneamente la produzione di globuli bianchi da parte del midollo osseo, con conseguente aumento del rischio di contrarre infezioni. Il numero dei globuli bianchi di solito si normalizza prima del ciclo successivo di chemioterapia;
tendenza a sviluppare lividi o piccole emorragie (ad esempio dalle gengive): la chemioterapia può provocare un abbassamento delle piastrine;
anemia: se il livello dei globuli rossi si abbassa, il paziente si sente molto stanco e letargico, e può accusare anche mancanza di respiro;
nausea e vomito: ancorché fastidiosi, si possono controllare efficacemente con gli antiemetici;
caduta dei capelli: premesso che non tutti i chemioterapici causano la caduta dei capelli, se ciò avviene è importante sapere che i capelli ricresceranno nell’arco di 3-6 mesi dopo la conclusione del trattamento;
stanchezza e senso generale di debolezza;
infiammazione delle mucose della bocca e/o del tratto gastrointestinale: si può alleviare con la somministrazione di farmaci antinfiammatori, antidolorifici, antifungini e antibiotici in caso di infezioni concomitanti.
Ancorché fastidiosi e talvolta perfino invalidanti, la maggior parte degli effetti collaterali della chemioterapia scompare alla conclusione del trattamento.
Per approfondireMaggiori informazioni sono disponibili nei libretti La nutrizione nel malato oncologico, La fatigue, La caduta dei capelli |