La brachiterapia si esegue introducendo la sorgente radioattiva in forma sigillata direttamente nel tessuto neoplastico o nelle sue immediate vicinanze. Due sono le modalità di irradiazione:
- brachiterapia interna (o endocavitaria) in cui la sorgente radioattiva è inserita in organi cavi (ad esempio cervice uterina, esofago, trachea e bronchi);
- brachiterapia interstiziale in cui piccole sorgenti radioattive sono impiantate all’interno del tessuto tumorale mediante tecniche chirurgiche mininvasive.
La brachiterapia ha indicazioni molto specifiche ed è praticata soltanto in alcuni centri specializzati di radioterapia.
Misure di sicurezza
La brachiterapia comporta il rischio di esposizione alle radiazioni per il personale ospedaliero, come pure per i familiari e gli amici che fanno visita al paziente. Per tale motivo, fino a quando la sorgente radioattiva è in sede, è necessario adottare le dovute precauzioni per proteggere dalle radiazioni gli operatori sanitari e le persone care.
Oggi, la maggior parte dei reparti di radioterapia che utilizzano la brachiterapia dispone di apparecchiature cosiddette ‘ad alto rateo di dose’, che permettono di irradiare il paziente in pochi minuti: dopo aver posizionato degli applicatori endocavitari all’interno dell’organo (per esempio utero, vagina, ecc.) in cui è localizzato il tumore, il paziente riceve la terapia e l’applicatore viene poi rimosso. In questo modo non vi è necessità di ricovero e il paziente può tornare a casa dopo l’applicazione in quanto le sorgenti sono state rimosse. In caso di utilizzo di apparecchiature ‘a basso rateo di dose’, l’irradiazione avviene lentamente e il paziente viene trattenuto in regime di ricovero in camere appositamente schermate, con limitazione delle visite. Esiste inoltre la possibilità di eseguire la brachiterapia interstiziale, con infissione intraoperatoria di semi radioattivi negli organi interessati dalla malattia (ad esempio, prostata). Questa procedura richiede l’impiego della sala operatoria e il paziente deve osservare precauzioni di lontananza dai propri cari per alcuni giorni.
Alcuni malati sono preoccupati di poter emettere radioattività anche al termine del trattamento e di costituire, quindi, un pericolo per i familiari e gli amici. Questi timori sono infondati, perché una volta rimossa la sorgente radioattiva ogni traccia di radioattività scompare.
Anche per la brachiterapia interstiziale, la percentuale di radioattività emessa dal paziente è trascurabile.