La cute

Cute è il termine medico con cui viene chiamata la pelle; entrambi i termini sono utilizzati nel libretto in quanto sinonimi. La cute è l’organo più esteso di tutto il corpo. Si compone di tre strati principali: epidermide, derma e ipoderma.

L’epidermide è lo strato più superficiale costituito principalmente dai cheratinociti. La parte più profonda dell’epidermide contiene anche i melanociti.

Nel derma sono presenti collagene, fibre elastiche, vasi sanguigni, vasi linfatici, follicoli piliferi e una serie di ghiandole. Tra queste le ghiandole sudoripare, che producono il sudore necessario a regolare la temperatura corporea, e le ghiandole sebacee, che secernono il sebo. Il sudore e il sebo raggiungono la superficie attraverso minuscoli fori detti pori.

L’ipoderma rappresenta lo strato più profondo della cute ed è costituito prevalentemente da tessuto adiposo, vale a dire grasso.

La cute svolge molteplici funzioni, in particolare ci protegge dai raggi solari, dalle ferite e dalle infezioni; regola la temperatura corporea; assorbe l’acqua e i grassi e produce la vitamina D.

 

I trattamenti antitumorali e la cura della pelle

I trattamenti antitumorali possono avere vari effetti indesiderati anche a carico della pelle.

Chemioterapia: consiste nell’impiego di particolari farmaci anticancro, detti citotossici o antiblastici, che aggrediscono le cellule tumorali inibendone, in tal modo, la crescita. Purtroppo, però, la loro azione può coinvolgere anche le cellule sane dell’organismo, comprese le cellule che costituiscono la cute e le mucose, alterandone l’equilibrio. Di conseguenza, la pelle si disidrata e si secca, tende a cambiare leggermente di colore, diventa più sensibile all’esposizione al sole.

 

Per approfondire

Maggiori informazioni sono disponibili nel libretto La chemioterapia

Maggiori informazioni sul singolo prodotto antitumorale (come si somministra, quali sono gli effetti collaterali più e meno frequenti) sono disponibili sulle Schede sui farmaci antitumorali

Terapia ormonale: consiste nell’impiego di farmaci che impediscono alla cellula tumorale di utilizzare gli ormoni (estrogeni o androgeni) che ne favoriscono la crescita o riducono la produzione di tali ormoni da parte dell’organismo. Si usa solo per i tumori la cui crescita è stimolata da tali ormoni, in particolare per i tumori della mammella e della prostata. Il blocco o il calo della produzione degli ormoni è causa di disidratazione e di ispessimento della pelle, che appare ruvida e diversa in alcune zone rispetto alla pelle circostante. Inoltre, sulla pelle può anche comparire un’eruzione caratterizzata da arrossamento e piccole protuberanze intervallate ad aree di pelle normale. Il trattamento ormonale può causare anche sudorazione eccessiva.

Terapia a bersaglio molecolare: consiste nell’impiego di farmaci che hanno la capacità di legarsi specificamente ai bersagli molecolari identificati nelle cellule tumorali. Questo particolare meccanismo ne rende altamente selettiva l’azione, lasciando del tutto inalterate le cellule normali, contrariamente a quanto avviene con la chemioterapia. Per questo motivo è detta anche terapia ‘mirata’. Tuttavia, nonostante l’azione mirata, la terapia a bersaglio molecolare può causare effetti indesiderati anche a carico della pelle, tra cui eruzione cutanea, prurito, fotosensibilità, alterazioni delle unghie, sindrome mano-piede.

Immunoterapia: consiste nell’impiego di farmaci, cosiddetti anticorpi monoclonali, che potenziano l’azione del sistema immunitario contro le cellule tumorali. L’immunoterapia non agisce direttamente sul tumore, ma sui meccanismi di difesa messi in atto dall’organismo contro la malattia. Gli effetti indesiderati dell’immunoterapia sono prevalentemente dovuti a reazioni autoimmuni, ossia dirette verso organi e tessuti dell’organismo stesso, e possono prevedere anche alterazioni della cute sotto forma di eruzioni.

Radioterapia: consiste nell’impiego di radiazioni ionizzanti di elevata energia, che possono essere prodotte da sostanze radioattive o da macchine. Le radiazioni causano la morte delle cellule tumorali e riducono le dimensioni del tumore fino alla sua scomparsa. Pur essendo erogate direttamente sul tumore, le radiazioni, a volte, possono danneggiare anche le cellule sane. Le alterazioni cutanee sono l’effetto indesiderato più frequente della radioterapia: non solo la pelle è colpita direttamente dalle radiazioni, ma anche le mucose (bocca, parti intime, organi interni come lo stomaco) sono molto sensibili. Gli effetti più comuni a carico della cute sono disidratazione conseguente alla compromissione delle ghiandole sebacee e sudoripare nell’area trattata, scolorimento, infiammazione, scottature.

Per approfondire

Maggiori informazioni sono disponibili nel libretto La radioterapia.

Non tutti i trattamenti antitumorali causano alterazioni cutanee. Il grado, l’intervallo fino alla comparsa e l’impatto di queste manifestazioni variano da soggetto a soggetto e possono dipendere dal farmaco o dalla combinazione di farmaci con cui è attuato il trattamento, dal dosaggio e dal modo in cui il paziente risponde al trattamento. Per quanto riguarda la radioterapia, il grado, l’intervallo fino alla comparsa e l’impatto delle alterazioni cutanee dipendono dalla zona irradiata e dalla dose erogata. I pazienti vivono in maniera molto diversa questi eventi: per alcuni non sono un problema, per altri, invece, sono molto invalidanti. In ogni caso, prima di iniziare la terapia antitumorale, l’oncologo illustra tutti i potenziali effetti indesiderati del trattamento, quindi anche le alterazioni della cute. Se compaiono effetti indesiderati, è importante che il paziente ne parli con il medico curante o con l’oncologo, che saprà offrirgli i consigli più indicati (svolgere un’attività fisica o seguire una dieta bilanciata, utilizzare appositi prodotti o indossare uno specifico abbigliamento) oppure, se opportuno, inviarlo all’attenzione di un dermatologo per una valutazione specialistica.

È importante tenere presente che gli effetti indesiderati di ogni terapia, incluse quelle antitumorali, variano da individuo a individuo e sono in genere più evidenti all’inizio del trattamento e tendono a diminuire nel tempo fino a scomparire alla cessazione del trattamento.

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