La cura della pelle e delle unghie per il malato oncologico

I trattamenti antitumorali possono provocare effetti collaterali a carico della pelle e delle unghie, come irritazioni, secchezza, fragilità delle unghie, cicatrici, che non hanno ripercussioni soltanto sulla salute ma anche sul benessere e sull’immagine corporea.
Questo libretto vuole essere una guida per imparare a prendersi cura del proprio corpo, attraverso la propria pelle e le proprie unghie, anche durante i trattamenti oncologici o al termine di essi.
Il testo presentato nei riquadri riporta i consigli condivisi con gli esperti di La Roche-Posay, marca leader in farmacia per il trattamento delle pelli sensibili, la quale ha collaborato con Aimac alla realizzazione di questo progetto.
Autori: A. D’Acunti, C. Di Loreto, V. Zagonel (Aimac); C. Mossini (La Roche-Posay).
Questa pubblicazione è stata realizzata in collaborazione con La Roche-Posay del Gruppo L’Oréal nell’ambito dell’accordo quadro sul tema “Skin Care per la qualità della vita”.
Prima edizione: settembre 2024.
La cute
Cute è il termine medico con cui viene chiamata la pelle; entrambi i termini sono utilizzati nel libretto in quanto sinonimi. La cute è l’organo più esteso di tutto il corpo. Si compone di tre strati principali: epidermide, derma e ipoderma.
Oltre l’80% dei pazienti che si sottopongono a trattamenti antitumorali riferisce effetti indesiderati a carico della pelle, che possono includere [1]:
secchezza: condizione dovuta alla carenza di lipidi in cui la pelle, o meglio l’epidermide appare sottile, poco elastica, ha un colorito spento e un aspetto poco sano. Al tatto, la pelle è ruvida;
sindrome mano-piede: causata dall’accumulo di farmaco nei palmi delle mani o dei piedi, dà sensazione di formicolio e intorpidimento ai palmi delle mani e dei piedi, talvolta con dolore bruciante, accompagnati da eritema delimitato con o senza gonfiore, screpolature, desquamazione o ispessimento localizzato;
follicolite: infiammazione o infezione dei follicoli piliferi; radiodermite: reazione cutanea provocata dall’azione delle radiazioni ionizzanti della radioterapia. Si manifesta sotto forma di arrossamento con prurito e a volte dolore; talvolta possono comparire vescicole, che possono evolvere in ulcere vere e proprie, e anche gonfiore.
In pratica, le reazioni cutanee compromettono la funzione di difesa svolta dalla pelle. In quasi il 50% dei casi, le reazioni cutanee che si manifestano con le terapie farmacologiche sono paragonabili, a vari livelli, a quelle più severe causate dalla radioterapia. Inoltre, nel 76% dei casi, le reazioni cutanee richiedono l’interruzione del trattamento antitumorale.[2]
Eppure, è possibile prevenire la comparsa di questi effetti indesiderati o quanto meno ridurne l’entità: bastano pochi gesti quotidiani da adottare alcuni giorni prima di iniziare la terapia antitumorale.
- La cura della pelle prima del trattamento antitumorale
- La cura della pelle durante il trattamento antitumorale
- La cura della pelle dopo il trattamento antitumorale
- La cura della pelle prima e dopo una sessione di radioterapia
La cura della pelle prima del trattamento antitumorale
Prendersi cura della pelle vuol dire detergerla, idratarla e proteggerla con prodotti idonei. Questi piccoli gesti quotidiani sono fondamentali, perché mantenere la pelle pulita vuol dire aiutare a prevenire le infezioni; idratare la pelle consente di rinforzare e mantenere la funzione barriera dell’epidermide.
Consigli pratici per la pulizia della pelle
- Meglio farsi una doccia veloce, perché un bagno caldo e prolungato può arrossare la pelle o causare prurito.
- Asciugare la pelle tamponandola delicatamente con un asciugamano, in particolare sulle zone più sensibili.
Detergere la pelle con prodotti aventi un pH affine a quello naturale della pelle (pH 5,5), ad esempio un olio detergente o un detergente senza sapone. |
Consigli pratici per l’idratazione della pelle
- Preferire balsami e creme a base di burro di Karité. Utilizzare preferibilmente prodotti privi di profumo.
- Per idratare viso e collo, che sono costituiti da una pelle più sottile di quella del resto del corpo, scegliere un prodotto leggero, che si assorbe facilmente.
Idratare la pelle del corpo utilizzando preferibilmente un balsamo a base di burro di Karité. |
Consigli pratici per la protezione della pelle
- Applicare una crema idratante assicura già una buona protezione.
- Proteggere la pelle è molto importante durante e anche dopo le terapie.
- Proteggere la pelle dal sole, scegliendo un prodotto con fattore di protezione solare adeguato.
Consigli pratici generali
- Utilizzare per il bucato detersivi delicati non profumati.
- Non depilarsi o radersi.
- Non utilizzare deodoranti, profumi e lozioni contenenti alcol.
Non esporre la pelle ad acqua clorata (piscina).
La cura della pelle durante il trattamento antitumorale
La cute è costituita, tra l’altro, anche dalle ghiandole sebacee, la cui funzione è quella di produrre il sebo, una sostanza grassa che ha la funzione di idratare e proteggere la pelle, rendendola meno vulnerabile all’attacco dei fattori esterni. Quando le ghiandole sebacee producono troppo sebo, la pelle si definisce grassa; quando ne producono troppo poco si definisce secca; quando producono la giusta quantità, si definisce normale. Le terapie antitumorali possono alterare temporaneamente la produzione di sebo, modificando di conseguenza il tipo di pelle, che da grassa può diventare normale, da normale può diventare secca e da secca può diventare molto secca. Se la pelle non è ben curata, ossia pulita, idratata e protetta, le reazioni cutanee possono manifestarsi anche con prurito, con il conseguente impulso a grattarsi e il rischio di causare ferite e sanguinamento, che aprono la strada a possibili infezioni.
Consigli pratici per alleviare il prurito
- Continuare a pulire, idratare e proteggere la pelle come nel periodo prima della terapia.
- Durante il giorno vaporizzare sulle aree più sensibili un’acqua termale spray per un effetto lenitivo. Tamponare la pelle con una salviettina per rimuovere l’acqua in eccesso.
- Non grattarsi perché ciò aumenta il fastidio e l’infiammazione, con in più il rischio ferite e, dunque, di infezione.
- Per gli indumenti che vengono a contatto diretto con la pelle, preferire fibre naturali (cotone, lino, seta), evitando i tessuti ruvidi e le fibre sintetiche.
- Evitare indumenti aderenti.
Privilegiare l’utilizzo di creme per il corpo a base di burro di Karité e niacinamide che favoriscono il ripristino della barriera cutanea e leniscono il prurito. |
Consigli pratici per prevenire la sindrome mano-piede
- Prima di iniziare la terapia, chiedere all’oncologo se l’ospedale può fornire dei guanti di raffreddamento. I farmaci si diffondono attraverso il sangue. Il freddo è un vasocostrittore, ossia favorisce la riduzione del diametro dei vasi sanguigni, e in tal modo può ridurre l’accumulo di farmaci nelle mani, riducendo gli effetti indesiderati della chemioterapia.
- Fare uso di calze o indumenti di cotone; indossare scarpe comode, preferibilmente in pelle, che non stringano o comportino sfregamenti e pressioni sulla pelle, per prevenire ulteriori traumi ai piedi.
- Evitare di fare lunghe camminate e di stare in piedi troppo a lungo.
- Non esporre mani e piedi a fonti di calore, come acqua troppo calda e raggi solari.
- Oltre alla quotidiana cura della pelle, idratare sempre, anche più volte al giorno, mani e piedi con una crema o un balsamo emolliente da applicare massaggiando senza sfregare.
- Un piccolo trucco per potenziare l’effetto riparatore: applicare il prodotto prescelto sull’area interessata, quindi coprirla con una pellicola di plastica oppure indossare guanti o calze, in modo da fare una sorta di impacco.
- Mantenere le unghie corte e indossare guanti per svolgere attività manuali quali lavare i piatti, fare giardinaggio, effettuare lavori ‘fai da te’.
Se la pelle dei piedi è troppo secca, utilizzare un balsamo riparatore. Se gli ispessimenti appaiono eccessivi, con formazione di calli e duroni, applicare una crema o un balsamo a base di urea (10%). |
Consigli pratici per prevenire la follicolite
La pelle affetta da follicolite è all’apparenza simile alla pelle tendente all’acne, ma si tratta di due condizioni differenti, che non devono essere trattate nello stesso modo.
- Detergere la pelle con un prodotto senza sapone e risciacquarla con acqua tiepida.
- Tutte le sere, dopo la crema idratante, applicare sull’area interessata una crema lenitiva e riparatrice.
- Non utilizzare prodotti per la pelle tendente all’acne.
- Non utilizzare prodotti con oli essenziali, profumo, argilla o acidi della frutta, alcol o dopobarba.
- Evitare trattamenti a base di agenti esfolianti, attivi dall’azione peeling e dermoabrasione.
- Proteggere la pelle dal sole utilizzando un prodotto con fattore di protezione SPF 50+, applicandolo su tutte le zone esposte al sole e non protette da indumenti.
- Evitare l’uso di lettini/docce solari perché, come il sole, possono aumentare la produzione di melanina, con conseguente formazione di macchie e peggioramento della follicolite.
Per la protezione solare, scegliere un prodotto che offre una protezione dai raggi UV-A, UV-B e UV-A Ultra-Lunghi. |
La cura della pelle dopo il trattamento antitumorale
Concluso il trattamento antitumorale, è importante continuare a prendersi cura di sé per recuperare energia fisica e mentale.
Consigli pratici generali per prendersi cura della pelle
- Continuare a prendersi cura della pelle con la giusta detersione, idratazione e protezione.
- Continuare a proteggere la pelle dai raggi solari.
- Praticare un’attività fisica che sia compatibile con le proprie condizioni fisiche, che sia di proprio gradimento, che non sia troppo impegnativa (camminare, nuoto, ginnastica acquatica, yoga, ecc.). In ogni caso, chiedere sempre consiglio al proprio medico per avere anche indicazioni sulla frequenza e sulla durata delle singole sedute.
- Bere molto (almeno 1,5 l di acqua al giorno) e seguire una dieta bilanciata, secondo le indicazioni del medico curante.
La cura della pelle prima e dopo una sessione di radioterapia
Consigli pratici per la cura della pelle prima di una sessione di radioterapia
- Non applicare alcun prodotto sull’area da trattare per almeno sei ore prima della sessione di terapia, perché ciò potrebbe causare un aumento artificiale della dose di radiazioni.
Consigli pratici per la cura della pelle dopo una sessione di radioterapia
- Nebulizzare sulla pelle un’acqua termale lenitiva e antiarrossamento.
- Alla sera, o comunque a distanza di almeno tre ore dopo la sessione di terapia, detergere accuratamente la pelle prima di applicare sull’area irradiata uno spesso strato di balsamo riparatore possibilmente con pantenolo e burro di Karité.
- Per potenziare l’effetto lenitivo, conservare i prodotti in frigorifero.
[1] *Charles C, et al. Impact of cutaneous toxicity associated with targeted therapies on quality of life.
Results of a longitudinal exploratory study. Bulletin du Cancer. Marzo 2013;100(3):213-22.
[2] Aizman L, et al. The Influence of Supportive Onco-dermatology Interventions on Patient Quality of Life: A Cross-Sectional Survey. J Drugs Dermatol. 1 maggio 2020;19(5):477-482.
Le unghie
L’unghia è la lamina dura, semitrasparente che riveste l’estremità delle dita di mani e piedi. L’unghia si compone di varie parti, che si differiscono per funzione e ruolo. Tra queste, le principali sono:
corpo ungueale, plica ungueale prossimale/laterale, matrice, cuticola, lunula, letto ungueale. L’unghia è composta prevalentemente di acqua (18%), poi di lipidi, aminoacidi solforati, vitamine (A, B, E), ferro, zinco, calcio e cloro.
L’unghia cresce di 3 mm al mese, ma la velocità della crescita varia da individuo a individuo e dipende dall’età, dall’alimentazione, dalla circolazione sanguigna e anche dalla stagione. Negli uomini, la crescita è più rapida che nelle donne, in cui è accelerata solo in gravidanza. Una corretta alimentazione può contribuire a rendere le unghie più forti e sane. Riguardo alle stagioni, in inverno la crescita del corpo ungueale è più lenta e in estate aumenta del 20%.
I trattamenti antitumorali e la cura delle unghie
I trattamenti antitumorali possono avere vari effetti indesiderati anche a carico delle unghie.
Chemioterapia, terapia a bersaglio molecolare, immunoterapia: i farmaci utilizzati per queste terapie possono modificare la struttura delle unghie, che tendono a diventare fragili, a sfaldarsi e in alcuni casi a cambiare colore. Talvolta può verificarsi anche il distacco parziale dell’unghia dal letto ungueale.
Non tutti i farmaci - chemioterapici, terapie a bersaglio molecolare, immunoterapie - causano alterazioni delle unghie. Il grado, il tempo di comparsa e l’impatto di queste manifestazioni dipendono dal farmaco o dalla combinazione di farmaci con cui è attuato il trattamento, dal dosaggio e dal modo in cui il paziente risponde al trattamento. I pazienti vivono in maniera molto diversa questi eventi: per alcuni non sono un problema, per altri, invece, sono molto invalidanti. In ogni caso, prima di iniziare la terapia antitumorale, l’oncologo illustra tutti i potenziali effetti indesiderati del trattamento, quindi anche le alterazioni delle unghie. Se compaiono effetti indesiderati, è importante che il paziente ne parli con il medico curante o ,con l’oncologo, che saprà offrirgli i consigli più indicati, come svolgere un’attività fisica o seguire una dieta bilanciata, utilizzare appositi prodotti o indossare uno specifico abbigliamento oppure, se opportuno, inviarlo all’attenzione di un dermatologo per una valutazione specialistica.
È importante tenere presente che gli effetti indesiderati di ogni terapia, incluse quelle antitumorali, sono in genere più evidenti all’inizio del trattamento e tendono a diminuire nel tempo fino a scomparire alla cessazione del trattamento.
Per approfondireMaggiori informazioni sono disponibili nel libretto La chemioterapia. |
Le alterazioni delle unghie sono un effetto indesiderato comune delle terapie antitumorali. Non sono pericolose, ma possono causare dolore e disagio, interferire con lo svolgimento delle attività quotidiane e avere un impatto negativo sulla qualità della vita.
Le alterazioni delle unghie più comuni sono:
- distacco della lamina ungueale: la lamina si stacca dal letto ungueale e in corrispondenza si forma una chiazza biancastra;
- sanguinamento subungueale: formazione di un livido sotto la lamina dell’unghia;
- scolorimento: alterazione del colore naturale dell’unghia, comparsa di strie biancastre;
- comparsa di gonfiore e infiammazione nei tessuti intorno all’unghia;
- fragilità: le unghie diventano molli, tendono a sfaldarsi e spezzarsi facilmente;
- alterazione della superficie della lamina ungueale: tendono a comparire creste, linee anche rilevate rispetto alla lamina.
La cura delle unghie prima del trattamento antitumorale
Consigli pratici generali
- Prima di iniziare il trattamento antitumorale prendere appuntamento con un podologo e con un dermatologo per valutare lo stato delle unghie e avere indicazioni e consigli adeguati anche per prevenire i problemi legati alle terapie.
La cura delle unghie durante il trattamento antitumorale
Consigli pratici per la cura delle unghie durante il trattamento antitumorale
- Mantenere le unghie pulite per aiutare a prevenire le infezioni avendo cura di non usare acqua troppo calda.
- Mantenere le unghie corte per ridurre il rischio che si rompano o incarniscano. Utilizzare allo scopo una lima anziché le forbicine per evitare di ferirsi, con conseguente rischio di infezione.
- Evitare pressione sulle mani e sui piedi, ad esempio non indossare scarpe strette o con tacchi alti; evitare altresì di esporli a sforzi eccessivi (ad esempio, camminare per un lungo tragitto o stare molte ore in piedi).
- Proteggere le unghie delle mani e dei piedi dai traumi.
- Proteggere mani e piedi dalle temperature troppo fredde facendo uso di guanti e pantofole.
- Proteggere la cute e le unghie delle mani dall'umidità: indossare guanti per fare le faccende domestiche, lavare i piatti o fare giardinaggio. Per assorbire il sudore e proteggere la cute, l’ideale è indossare guanti di cotone sotto guanti di gomma di una taglia più grande.
- Proteggere la cute e le unghie dei piedi dall’umidità: indossare calzini di cotone al 100% e cambiarli spesso. Ciò consente anche di prevenire le onicomicosi e la macerazione della cute.
- Idratare anche più volte al giorno le mani, le unghie e le cuticole con una crema idratante.
- Non mangiarsi le pellicine o le unghie né mordere le cuticole.
- Utilizzare un detergente senza sapone avente un pH affine a quello naturale della pelle (pH 5,5).
- Per aiutare a prevenire infezioni, dopo il bagno o la doccia asciugare bene le dita di mani e piedi, tamponandole senza sfregarle.
- Se il letto ungueale è esposto, proteggerlo coprendolo con garze idratate non strette.
- Evitare di lucidare le unghie, perché ciò assottiglia la lamina, con conseguente rischio di danni e infezioni.
- Evitare i solventi a base di acetone e preferire smalti rinforzanti specifici
- Evitare le unghie finte, come anche gli smalti semi-permanenti e in gel perché si possono rimuovere solo usando una lima o solventi a base di acetone.
- Evitare il contatto con insetticidi, il contatto prolungato con l’acqua (lunghe nuotate) e l’esposizione solare.
Per approfondirePer rinforzare le unghie, applicare uno smalto base con silicio e filtro UV (esistono basi opache invisibili, ideali anche per gli uomini)”; per coprire i cambiamenti di colore, applicare poi due strati di smalto di colore scuro, non perlato. Riapplicare ogni volta che lo smalto si rovina: in questo caso, rimuoverlo bene con un solvente senza acetone. Continuare l’applicazione per circa tre mesi dopo la fine delle terapie. |
La cura delle unghie dopo il trattamento antitumorale
Consigli pratici per prendersi cura delle unghie
- Applicare sulle unghie uno smalto rinforzante, che fortifichi la lamina ungueale, fornendo anche la giusta protezione solare. Oltre allo smalto base trasparente e opaco, possibile scegliere anche uno smalto colorato.
Attendere almeno tre mesi per riprendere trattamenti come applicazione di unghie finte, smalti semi-permanenti e in gel per dare tempo alla lamina ungueale di fortificarsi dopo lo stress.
Gli interventi chirurgici e altre procedure invasive causano cicatrici, ma altrettanto possono fare lesioni cutanee o addirittura l’acne. La cicatrice è “il prodotto del processo di cicatrizzazione, ossia di quel complesso di fatti prevalentemente progressivi, che, attraverso fasi diverse, conducono alla riparazione d'una perdita di sostanza d'un qualsiasi organo o tessuto”[1]. Proprio perché rappresenta l’ultima parte di un processo di guarigione, la cicatrice ha bisogno di essere curata ed è importante prendersene cura sin dagli stadi iniziali.
La cicatrice può essere:
normale: piana, allineata rispetto alla regione corporea in cui è localizzata;
ipertrofica: è caratterizzata da un aumento di volume delle cellule che la compongono, per cui tende a diventare rossa e a rilievo, assumendo l’aspetto di un cordoncino, ma sempre entro i margini;
cheloide: lesione anormale, che si estende in modo irregolare oltre i limiti della ferita originale; l’area appare gonfia, di colore rosso, può dare prurito e dolore.
Inoltre, con riferimento alla forma, che varia in funzione della ferita da cui ha origine, la cicatrice può essere:
lineare: il tipo più comune, che si presenta come una linea dritta ed è il risultato di un’incisione chirurgica o di un’ulcera della pelle;
a stella: deriva da una lesione della cute che si espande in varie direzioni;
a V: deriva da un’incisione fatta in modo da avere due lembi di pelle che s’incontrano in un punto, ad esempio negli interventi per la rimozione di cisti o polipi.
I prodotti per la cura delle cicatrici
Fattori come la secchezza cutanea o carenze vitaminiche possono influire sulla cicatrizzazione, per cui è fondamentale prendersi cura della pelle. Esistono vari rimedi per aiutare il corretto processo di guarigione delle ferite e quindi lo sviluppo di cicatrici regolari:
creme o balsami per cicatrici che idratano la pelle, aiutano a ridurre l’infiammazione e stimolano la produzione di collagene;
Scegliere un balsamo per cicatrici che assicura il supporto necessario attraverso una composizione basata su ingredienti attivi come pantenolo o burro di Karité che idratano la pelle e accelerano il processo di riparazione. |
gel specifici, indicati per cicatrici recenti o in fase di guarigione, che contengono ingredienti in grado di favorire la corretta riparazione, ridurre il gonfiore, migliorare l’aspetto della cicatrice;
cerotti in silicone, dispositivi medici appositamente pensati per proteggere le ferite, ridurre il rischio di formazione di cheloidi, stimolare la ricostruzione del tessuto cutaneo. Esercitano, inoltre, una compressione meccanica, per cui evitano che i bordi della cicatrice si sollevino. Va considerato che l’evoluzione di una cicatrice avviene in un periodo che va dai 12 ai 18 mesi, per cui è fondamentale la costanza nell’applicazione del prodotto prescelto. Relativamente a questo, poi, si raccomanda di evitare iniziative autonome e di non fare nulla senza aver prima consultato il medico curante.
I trattamenti medici per le cicatrici
Oltre ai rimedi indicati, sono disponibili specifici trattamenti medici per le cicatrici che possono curare, accelerare i tempi di guarigione e ridurre il rischio di infezione. L’importante è intervenire tempestivamente.
I trattamenti medici da considerare sono:
- terapia con raggio laser: stimola la produzione di collagene e migliora l’aspetto della cicatrice;
- dermoabrasione: consente di rimuovere lo strato superficiale della pelle per migliorare l’aspetto visibile e tattile della cicatrice;
- iniezioni di corticosteroidi:hanno lo scopo di ridurre l’infiammazione e il gonfiore;
- chirurgia plastica: vi si ricorre per rimuovere e riposizionare le cicatrici più grandi o complesse;
- filler: sostanza iniettabile utilizzata per riempire e ridurre le dimensioni della cicatrice;
- microdermoabrasione: consente di rimuovere delicatamente gli strati più superficiali della pelle, migliorare l’aspetto della cicatrice;
- peeling chimico:consiste nell’uso di sostanze chimiche rimuovere gli strati più superficiali della pelle e ridurre le protuberanze;
- onde radio:consentono di stimolare il processo di guarigione.
Come per tutti i trattamenti, è indispensabile consultare il medico curante, evitando scelte autonome, soprattutto perché il trattamento varia in funzione delle singole esigenze del paziente. Sarà il medico curante a stabilire le modalità e la frequenza del trattamento, oltre a illustrare i risultati attesi e i potenziali rischi o effetti indesiderati.
È importante sottolineare che non tutti i tipi di cicatrici richiedono necessariamente trattamenti medici, e molte cicatrici possono migliorare nel tempo con una corretta cura e gestione. Si consiglia, pertanto, sempre di consultare un medico specializzato per una valutazione e una consulenza personalizzata.
Consigli pratici per la cura delle cicatrici
- Idratare l'area circostante con un balsamo riparatore e massaggiare seguendo i movimenti consigliati dal medico o dal fisioterapista
- Se inizialmente si hanno difficoltà a toccare la cicatrice, consultare un fisioterapista, che saprà mostrare i movimenti giusti da fare, oppure applicare il balsamo/la crema con l’ausilio di una garza, picchiettando delicatamente.
- Dopo un intervento al seno, provare a sollevare in alto il braccio e muovere delicatamente i tessuti o spingere indietro le spalle e unire le scapole: avrà l’effetto di un auto-massaggio.
- Ridurre il consumo di alcol e di tabacco, che notoriamente rallentano il processo di cicatrizzazione.
- Evitare sfregamenti (ad esempio il reggiseno in caso di intervento al seno).
- Evitare l’applicazione di prodotti antisettici su ferite e cicatrici. In caso di dubbi, consultare un medico professionista.
- Per evitare che la cicatrice sia più scura rispetto al colore naturale della pelle, proteggerla dal sole facendo uso di una crema solare ad alta protezione (SPF 50+). Se l’area in cui è localizzata lo consente, coprire la cicatrice con una fasciatura o con l’abbigliamento.
Consumare alimenti che contengono proteine (carne, pesce, uova, latticini, legumi, frutta secca), vitamina C (agrumi, kiwi, fragole, peperoni, broccoli, spinaci) ed E (olio di germe di grano, semi di girasole, mandorle e noci), zinco (carne rossa, frutti di mare, legumi, semi di zucca, cereali integrali).
[1] Tratto dall’Enciclopedia Treccani.
Nonostante i trattamenti antitumorali possano causare alterazioni della pelle, questo non è un buon motivo per rinunciare a truccarsi. Il trucco, se eseguito in modo adeguato e con i prodotti idonei, può essere un valido aiuto, perché consente di mascherare gli inestetismi (pallore, occhiaie, perdita di ciglia e sopracciglia, eruzioni cutanee) causati dai trattamenti antitumorali, che in alcuni casi persistono anche dopo la conclusione delle terapie, migliorando al contempo la percezione che il paziente ha di sé. In un periodo delicato e di grande disagio, il trucco può essere un prezioso alleato, uno strumento per recuperare fiducia in se stessi, vivere più serenamente i rapporti sociali e, di conseguenza, migliorare la qualità della vita.
Consigli pratici per il trucco
Incarnato
- Per garantire un risultato ottimale e la massima durata del trucco, preparare la pelle detergendola e idratandola accuratamente usando prodotti delicati.
- Per correggere il colorito, nascondere gli inestetismi e illuminare l’incarnato, utilizzare un fondotinta per pelli sensibili e delicate. Applicare il fondotinta con le dita o con una spugnetta monouso, distribuendolo in modo uniforme sul viso, scendendo verso il collo. Fissare il fondotinta con una polvere minerale.
Scegliere un fondotinta fluido, idratante e correttivo con attivi lenitivi per ridurre il rossore e il fastidio. Privilegiare fondotinta ipoallergenici e senza profumo, adatti alle pelli sensibili. |
- Applicare sugli zigomi un tocco di fard, sfumandolo verso le tempie: scolpisce il viso, ridonando tridimensionalità, ma soprattutto illumina e dona un aspetto sano. Scegliere il colore del fard in base al colore della pelle: pelle chiara, fard di colore rosa più intenso o albicocca leggero; pelle spenta, fard di colore rosa; pelle scura, fard di colore rosa scuro. Evitare il rosa se la pelle tende ad arrossamenti o le tonalità del bronzo, che fanno apparire il viso incavato e stanco.
Borse e occhiaie
- Per camuffare le borse, inestetiche aree di gonfiore sotto le palpebre inferiori, scegliere un correttore leggermente più scuro rispetto all’incarnato e applicarlo picchiettando con le dita e sfumando.
- Per rendere meno evidenti le occhiaie, scegliere un correttore quanto più simile all’incarnato e applicarlo picchiettando con le dita e sfumando.
Brufoli
- Usare un correttore di una tonalità simile all’incarnato, poiché una tonalità più chiara potrebbe renderli più evidenti.
Contorno occhi
- Per correggere il contorno occhi e aprire lo sguardo, scegliere un correttore leggermente più chiaro rispetto all’incarnato, in modo da illuminare gli incavi sotto gli occhi e le palpebre, e applicarlo picchiettando con le dita. Quindi, sempre con le dita o con l’aiuto di un pennellino, applicarlo sulla piega delle palpebre superiore e sulla piega sotto gli occhi; stenderlo verso l’esterno dell’occhio e lungo le palpebre per un effetto delicato.
Sopracciglia
Come effetto indesiderato dei trattamenti antitumorali, può capitare che le sopracciglia e/o le ciglia cadano o si diradino. Benché si tratti di un effetto temporaneo, è spesso vissuto in maniera traumatica dal paziente, in quanto sono un elemento fondamentale per l’armonia e l’espressività del volto. Anche in questo caso, il trucco è un prezioso alleato, e si può scegliere una delle seguenti tecniche:
- ombretto ad acqua: con l’ausilio di un pennellino con punta sottile, applicare l’ombretto scelto nel colore più simile possibile a quello naturale, disegnando piccoli tratti come per imitare i peli naturali;
- matita: disegnare l’arcata sopraccigliare con l’ausilio di due apposite matite ben temperate, una più scura per la base delle sopracciglia (vicino al naso) e una più chiara per la coda. Tratteggiare le sopracciglia, seguendo la naturale direzione di crescita dei peli, per evitare una sola linea piena che indurirebbe lo sguardo;
- stencil: appoggiare un’apposita mascherina sull’area su cui si vuole ricreare il sopracciglio e riempirla con un ombretto minerale da distribuire con un pennellino a punta sottile oppure con una matita, ombretto e matita scelti nella tonalità più simile a quella naturale.
Queste tecniche richiedono una certa manualità, tranne lo stencil, e si rimuovono tutte con un detergente delicato. Qualunque sia la tecnica prescelta, fissare il disegno delle sopracciglia con un velo di cipria naturale.
Ciglia
- Per donare più profondità allo sguardo, con un eye-liner o una matita per occhi di colore scuro, disegnare una serie di puntini, a partire dall’angolo esterno dell’occhio, per circa un terzo della lunghezza della linea superiore delle ciglia, in ambedue le palpebre. Quindi, con l’ausilio di un pennellino eye-liner a punta fine o angolato, unire tra loro i puntini verso l’angolo interno dell’occhio.
- Se gli occhi appaiono stanchi, applicare sull’angolo interno dell’occhio una punta di ombretto perlato chiaro.
- Se gli occhi tendono a lacrimare, usare matite occhi resistenti all’acqua.
- Non applicare ciglia finte perché la colla può essere irritante.
- Se la forma o la lunghezza delle ciglia dovessero cambiare, con una tendenza a crescere verso il basso, per evitare eventuali fastidi all’occhio, farle accorciare da un'estetista esperta, previo sempre parere del medico curante
Occhi
Durante le terapie, gli occhi diventano particolarmente sensibili e tendono a disidratarsi, soprattutto se è venuta meno la protezione delle ciglia. Scegliere quindi prodotti delicati e fare molta attenzione all’igiene, evitando di scambiare matite, pennelli, ecc.
- Se le condizioni lo consentono, utilizzare un eye-liner per esaltare lo sguardo.
- Non usare il piegaciglia perché potrebbe spezzare le ciglia, già indebolite.
- Usare un mascara leggero, facile da rimuovere con prodotti delicati; in presenza di borse e occhiaie, applicare il mascara solo sulle ciglia superiori.
Labbra
- Durante le terapie, le labbra richiedono particolare cura, perché tendono a seccarsi e spaccarsi. Prima di applicare il rossetto o lucidalabbra, idratare le labbra con un balsamo o apposita crema.
- Scegliere rossetti cremosi o gloss, meglio se ad azione idratante; evitare rossetti opachi, poiché tendono a disidratare le labbra.
- Preferire colori accessi, che diano luce e distolgano l’attenzione dagli inestetismi; labbra color naturale mettono in risalto borse e occhiaie.
- Per rinvigorire le labbra donando anche un effetto naturale, scegliere un rossetto rosato e applicarlo picchiettando con i polpastrelli per un effetto volumizzante.
Tutti dobbiamo usare precauzioni quando ci esponiamo al sole per proteggere la pelle dai raggi solari. Il sole emette energia sotto forma di radiazioni di diversa lunghezza d’onda. I raggi ultravioletti (UV) sono le radiazioni invisibili all’occhio umano che possono danneggiare la cute fino a causare alcuni tumori della pelle, tra cui il melanoma. I raggi UV che colpiscono la superficie terrestre si distinguono in UV-A e UV-B. I raggi UV-A sono in grado di penetrare negli strati cutanei più profondi e contribuiscono all’invecchiamento precoce della pelle; i raggi UV-B hanno maggiori probabilità di provocare eritemi e ustioni solari rispetto ai raggi UV-A. Inoltre, i raggi UV-A sono presenti tutto l’anno. La quantità di raggi UV che può essere assorbita senza rischi dipende dal fototipo e dalla capacità di abbronzarsi dell’individuo, che a loro volta dipendono dalla popolazione di appartenenza. Pelle chiara, occhi chiari e scarsa capacità di abbronzarsi sono caratteristiche più frequenti nelle popolazioni nord-europee; pelle scura, occhi scuri ed elevata capacità di abbronzarsi sono più frequenti nelle popolazioni mediterranee.
Il fototipo
Il fototipo è un parametro convenzionale utilizzato in dermatologia, che si basa sulla qualità e sulla quantità di melanina della pelle e che indica la reazione di questa all’esposizione dei raggi solari. Conoscere il fototipo è importante per capire quanto e come proteggersi dal sole.
Convenzionalmente sono stati identificati sei fototipi di pelle che tengono conto del colore degli occhi (azzurro o verde molto chiaro, verde o azzurro, marrone chiaro, marrone scuro, nero), dei capelli (rossi, biondi, castani, neri) e della pelle (bianco latte, chiara, mediamente chiara, olivastra, scura, nera), come anche di altri parametri, tra cui la comparsa di lentiggini quando ci si espone al sole, la frequenza con cui ci si scotta, la capacità di abbronzarsi. Dando un punteggio a tutte queste caratteristiche, si ottiene il fototipo: più basso è il numero, minore è la capacità della pelle di resistere agli attacchi dei raggi UV:
fototipo 1: pelle lattea, occhi azzurri o grigi, capelli biondi o rossi e molte lentiggini; in caso di esposizione al sole senza protezione, si scotta quasi sempre. Non deve esporsi al sole nelle ore più calde e in ogni caso mai senza una protezione molto alta (SPF50+);
fototipo 2: pelle molto chiara, occhi azzurro verdi e capelli chiari con qualche lentiggine; si scotta molto spesso e ha bisogno di una protezione molto alta;
fototipo 3: pelle mediamente chiara, occhi verdi scuri e capelli biondo scuro o castani; presenta qualche lentiggine e può scottarsi spesso; sviluppa un’abbronzatura dorata, che deve essere presa gradualmente;
fototipo 4: pelle leggermente olivastra, occhi marroni, capelli castani e pochissime lentiggini in caso di esposizione al sole; talvolta può scottarsi, ma si abbronza facilmente;
fototipo 5: pelle scura, occhi marroni e capelli neri, nessuna lentiggine e si scotta raramente; sviluppa un’abbronzatura molto intensa;
fototipo 6: pelle nera, occhi scuri e capelli neri, nessuna lentiggine e nessuna probabilità di scottarsi; ha un’abbronzatura intensissima e immediata.
Per una corretta esposizione solare valgono le seguenti semplici regole:
- evitare di esporsi al sole tra le ore 12 e le ore 16 e riapplicare il prodotto solare ogni 2 ore; ricordare che i raggi UV-A possono penetrare attraverso i vetri e le nuvole; quindi, è necessario applicare la crema solare anche se si sta dietro a una finestra e il sole non splende;
- non esporre i bambini al sole se non nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio;
- per i soggetti adulti con capelli rossi, occhi chiari, pelle chiara che si scotta sempre e non si abbronza mai (fototipo 1): attenersi alle stesse norme valide per i bambini;
- per i soggetti adulti con pelle scura, occhi scuri ed elevata capacità di abbronzarsi (fototipo 5): acquisire l’abbronzatura progressivamente e stare all’ombra nelle ore centrali della giornata.
Queste raccomandazioni generali valgono tanto più prima, durante e anche per quasi un anno dopo la fine dei trattamenti antitumorali, perché la pelle, essendo più fragile, è più sensibile ai raggi UV-A e UV-B.
Per questo motivo è essenziale proteggerla scegliendo la formula solare più adeguata, con un fattore di protezione SPF 50+.
Consigli pratici generali
- Applicare la crema solare dopo la crema idratante, senza dimenticare le aree più sensibili come contorno occhi, labbra, mani, piedi, parte posteriore del collo e delle orecchie, cuoio capelluto.
- Dopo la radioterapia, l’area irradiata sarà molto vulnerabile alle scottature solari. Quindi tenere presente che dovrà essere accuratamente protetta per tutta la vita.
- Coprire e proteggere con cura le cicatrici chirurgiche, particolarmente sensibili al sole, per evitare che la pelle si scurisca.
- Infine, non dimenticare che la migliore e la principale protezione sono i tuoi indumenti. Per offrire alla pelle una protezione completa, indossa occhiali da sole, un cappello a tesa larga o un berretto.
Nonostante gli enormi progressi compiuti dalla ricerca, soprattutto negli ultimi anni, che hanno portato a terapie altamente tecnologiche in grado di avere un’azione mirata sulle cellule neoplastiche, i trattamenti antitumorali continuano ad avere degli effetti indesiderati. Tra questi, quelli che alterano la struttura della cute, delle unghie e dei capelli (che non sono oggetto di questo libretto) si ripercuotono con vari livelli di intensità e gravità sulla vita quotidiana, con risvolti a livello fisico, estetico e psicologico. I cambiamenti a livello cutaneo sono fonte di grande disagio e influiscono sulla condizione psicologica e sui rapporti sociali. Le reazioni cutanee possono essere a volte talmente fastidiose da interferire anche con il normale svolgimento delle attività quotidiane quali lavarsi o vestirsi, o da compromettere l’aderenza al percorso terapeutico.
Il momento della diagnosi può avere effetti psicologicamente devastanti sul paziente e sui suoi familiari o amici, che tendono a tenere riservata la notizia, per non essere commiserati o trattati da malati. Le alterazioni della pelle e delle unghie causate dai trattamenti antitumorali rendono evidente agli altri una storia di malattia che non sempre il paziente vuole raccontare, quantomeno non con tutti quelli che incontra. Come la diagnosi, possono avere un effetto sconvolgente sulla percezione che il paziente ha di sé, sulla sua immagine corporea, ma anche sul modo in cui gli altri lo vedono.
Le alterazioni della pelle e delle unghie possono avere un impatto negativo su tutti i pazienti oncologici, a prescindere dal sesso e dall’età, ma per diversi motivi sono spesso le donne e i giovani a risentire di più dei cambiamenti del proprio aspetto. L’alterazione dell’immagine corporea può essere accompagnata da sentimenti di vergogna, bassa autostima o comportamenti di rifiuto della vita sociale. Spesso, anche a trattamenti conclusi, la lenta risoluzione degli effetti sulla pelle e sulle unghie rallenta la percezione di guarigione e di benessere. Per alcuni, la percezione negativa legata alla propria immagine corporea persiste anche una volta terminati i trattamenti.
Pertanto, prendersi cura della pelle, delle unghie e in generale del proprio aspetto ha dei benefici anche a livello psicologico: dedicare a se stessi quei pochi minuti al giorno per coccolarsi massaggiando il prodotto giusto sul viso o su tutto il corpo, curare il proprio look camuffando le occhiaie o ridonando luminosità al volto semplicemente applicando il rossetto giusto o un tocco di fard ha effetti positivi su tutta la persona, fa sentire più sicuri, accresce l’autostima, migliora i rapporti sociali.
Consigli pratici per gestire i risvolti psicologici
- Confidare i propri sentimenti a una persona cara che si ritiene sia in grado di comprendere quello che si prova. Parlando con qualcuno di quello che ci accade si può scoprire che l’altro ha punti di vista diversi sulla situazione o non prova i sentimenti e i pensieri che noi gli attribuiamo.
- Non temere di parlare delle proprie paure, perché non condividendole con gli altri si ingigantiscono. A volte proiettiamo all’esterno le nostre paure: i giudizi che temiamo di ricevere dagli altri sono proprio quelli che stiamo rivolgendo a noi stessi.
- Confrontarsi con altri pazienti. Le sale di aspetto degli ospedali, le sedi di associazioni di pazienti e volontari o gli eventi che queste organizzano, le pagine dei rispettivi forum e social network sono tutti posti in cui è possibile incontrare persone che vivono una situazione analoga o che ‘ci sono già passate’. Avendo attraversato o attraversando lo stesso percorso, possono offrire comprensione e far sentire ‘accolti’, oltre a fornire consigli pratici.
- Verificare se nell’ospedale di riferimento sono in corso iniziative dedicate alla cosmetica e all’estetica per i per i pazienti oncologici. Spesso queste iniziative sono proposte con continuità dalle associazioni di volontariato.
- Parlare con un professionista (psicologo, psiconcologo o psicoterapeuta) per ricevere supporto nel processo di elaborazione del percorso di malattia, dedicando la giusta attenzione all’impatto psicologico delle alterazioni della cute e delle unghie.
- Per familiari e amici: ricordare che la cosa più importante non è ciò che diciamo, ma come ascoltiamo: aiutare la persona malata a inquadrare la situazione nella giusta prospettiva e ad avere un riscontro realistico su quello che accade. Ascoltare che cosa la preoccupa e come si sente; aiutarla a ottenere le informazioni utili e necessarie ad affrontare la circostanza.
Per approfondireMaggiori informazioni su come parlare con un malato di tumore sono disponibili nel libretto Non so cosa dire. |
Autori: A. D’Acunti, C. Di Loreto, V. Zagonel (Aimac); C. Mossini (La Roche-Posay).
Questa pubblicazione è stata realizzata in collaborazione con La Roche-Posay del Gruppo L’Oréal nell’ambito dell’accordo quadro sul tema
“Skin Care per la qualità della vita”.
Prima edizione: settembre 2024
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