Gli individui che sviluppano il mesotelioma a seguito di esposizione all’amianto ma non per ragioni di lavoro hanno comunque la possibilità di richiedere un risarcimento in sede civile nei confronti dei responsabili. Nel caso in cui si sospetti che la malattia derivi dall’esposizione alle particelle di amianto presenti nel luogo in cui si è vissuto o si vive, anzi, se si è a conoscenza di altri casi verificatisi nella zona, potrebbe essere opportuno denunciare il fatto alle autorità competenti perché provvedano a bonificare la zona.

Inoltre, se si hanno le prove per dimostrare che sussiste la responsabilità di un soggetto o di un ente colpevole dell’inquinamento ambientale da asbesto, è possibile agire in giudizio per ottenere il risarcimento dei danni subiti in sede civile. La sentenza del 13 febbraio 2012 con la quale Tribunale di Torino ha condannato i responsabili dell’Eternit a 16 anni per disastro ambientale doloso e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche sui luoghi di lavoro, oltre che al risarcimento dei danni civili in favore delle vittime dell’asbesto, costituisce un importante precedente cui fare riferimento.

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