Solitamente l’iter diagnostico comincia dal medico di medicina generale che, dopo la visita, prescrive gli esami e le radiografie del caso e, se lo ritiene opportuno, suggerisce di consultare uno specialista per una più approfondita valutazione ed eventuale esecuzione di ulteriori esami.
Nella maggioranza dei casi è l’ecografia (v. sotto) che permette di fare la diagnosi, da confermare poi con una tomografia assiale computerizzata (TC) con mezzo di contrasto. Quest’esame permette di avere un’immagine più chiara della sede del tumore, dell’interessamento delle vie urinarie, del rapporto con le strutture vascolari del rene, della presenza o meno di altre sedi di malattia e, in definitiva, di definire un programma terapeutico. Pertanto, grazie alla TC lo specialista è in grado di capire se è solo il rene a essere ‘compromesso’, se è possibile salvare l’organo asportando soltanto il tumore e, nel caso di presenza di altre sedi di malattia, se è opportuno intervenire subito o rinviare tale decisione a dopo l’inizio di una terapia antitumorale.
Ecografia
È una tecnica che impiega gli ultrasuoni per visualizzare le strutture interne di una regione corporea, in questo caso dell'addome. Si esegue in ambulatorio, è indolore e richiede solo pochi minuti.
Dopo aver sistemato il paziente nella corretta posizione sul lettino, il medico distribuisce sull’addome un apposito gel che migliora la qualità delle immagini; quindi, fa scorrere sulla regione la sonda, un piccolo strumento simile a un microfono, che emette gli ultrasuoni. Le rifrazioni degli ultrasuoni sono convertite in immagini per mezzo di un computer.
L’ecografia consente di controllare la morfologia del rene, e di fare una prima distinzione tra una massa solida e una cisti liquida. La massa solida richiede approfondimenti diagnostici.
Tomografia computerizzata (TC)
È la tecnica radiologica oggi più utilizzata. Permette di ottenere numerose fotografie sequenziali dello stesso distretto corporeo su piani successivi. Le immagini così prodotte sono elaborate da un computer per creare un quadro dettagliato delle strutture interne dell’organismo o di sue parti. La procedura è sicura e indolore, e richiede complessivamente circa mezz’ora. La quantità di radiazioni utilizzata è talmente modesta che non c’è motivo per cui il paziente debba preoccuparsi per eventuali danni a se stesso e a chi gli sta intorno, anche nel caso in cui l’esame debba essere ripetuto frequentemente.
Nella maggior parte dei casi la TC richiede la somministrazione di un mezzo di contrasto, che consente di visualizzare meglio le strutture interne del corpo. Il mezzo di contrasto può dare una sensazione diffusa di calore per qualche minuto. È importante che prima della somministrazione si informi il medico se si è allergici allo iodio o si soffre di asma allo scopo di effettuare una preparazione adeguata (premedicazione) ed evitare una reazione piuttosto seria o, al limite, non utilizzare il mezzo di contrasto iodato.
Con la TC è possibile studiare lo stato dei linfonodi e l’estensione del tumore localmente o ad altri organi (stadiazione clinica). Si è in grado di fare ritorno a casa alla conclusione dell’esame. In alcuni casi, il medico può eseguire nella stessa sede una biopsia usando le immagini della TC come guida.