In cosa consiste
Effetti collaterali
La radioterapia per il trattamento dei tumori in stadio iniziale
La radioterapia per il trattamento dei tumori in stadio avanzato
La radioterapia consiste nell’uso di radiazioni ad alta energia per provocare la morte delle cellule tumorali, cercando al contempo di danneggiare il meno possibile le cellule normali. Le sessioni di terapia si effettuano presso il centro di radioterapia dell’ospedale, di solito dal lunedì al venerdì, con una pausa nel fine settimana. Ogni sessione dura solo pochi minuti durante i quali si rimane soli nella sala, ma si può comunicare con il tecnico che controlla lo svolgimento della procedura dalla stanza a fianco. La durata del trattamento dipende dal tipo e dallo stadio della malattia e può variare da una ad alcune settimane. La radioterapia non è dolorosa, ma si deve rimanere immobili fino alla fine della sessione di trattamento; non rende radioattivi e si può stare a contatto con gli altri, anche con i bambini, senza alcun pericolo per tutta la durata del trattamento.
La radioterapia fa parte del protocollo terapeutico per i tumori del retto, mentre per i tumori del colon si applica solo in casi rari per alleviare la sintomatologia.
Effetti collaterali
La radioterapia alla regione intestinale può causare effetti collaterali, quali nausea, vomito, diarrea, stanchezza e in alcuni casi anche disturbi più specifici, la cui intensità dipende dalla dose di irradiazione erogata e dalla durata del trattamento. Gli effetti collaterali tendono ad acuirsi nel corso del trattamento, persistono più o meno per una settimana dopo la sua conclusione e poi cominciano gradualmente ad attenuarsi fino a scomparire. Se persistono, è indispensabile che il paziente informi il radioterapista.
In casi rari, alcuni effetti collaterali possono essere a lungo termine (permanenti); in ogni caso ciò dipende sempre dalla zona su cui è orientato il fascio di radiazioni. Per questo, prima di iniziare il trattamento è importante parlare con il radioterapista, che è in grado di spiegare chiaramente in che cosa consiste il trattamento e quali effetti collaterali può causare. Tra gli effetti collaterali più comuni vi sono: nausea; diarrea; stanchezza (definita dagli oncologi con il termine fatigue); manifestazioni cutanee sotto forma di infiammazione e dolore nell’area irradiata, di solito di lieve entità, ma se sono marcate,il radioterapista può prescrivere delle creme lenitive per alleviare il fastidio; cistite: le radiazioni causano infiammazione della vescica, in seguito alla quale diventa più frequente lo stimolo alla minzione, che è spesso accompagnata da bruciore. È consigliabile bere molta acqua per diluire la concentrazione delle urine. Se necessario, il radioterapista può prescrivere anche dei farmaci per lenire il dolore; infertilità maschile e femminile.
Per approfondireMaggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili nei libretti La nutrizione nel malato oncologico e su Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare? Maggiori informazioni sono disponibili nel libretto La fatigue. |
La radioterapia per il trattamento dei tumori in stadio iniziale
La radioterapia può essere effettuata prima della chirurgia allo scopo di ridurre le dimensioni del tumore, e asportarlo così più facilmente, e il rischio di recidiva. Il ciclo di trattamento può durare da una a sei settimane. In questo caso si associa anche a una chemioterapia (chemioradioterapia).
La radioterapia può essere effettuata dopo l’intervento se il chirurgo ha incontrato difficoltà a rimuovere il tumore, se vi è il rischio che siano rimaste in sede alcune cellule tumorali e se queste hanno già raggiunto la parete intestinale o i linfonodi adiacenti. In questo caso il ciclo di trattamento può durare quattro-cinque settimane.
La radioterapia per il trattamento dei tumori in stadio avanzato
Se il tumore si è diffuso oppure in caso di ripresa della malattia, soprattutto con interessamento della regione pelvica, la radioterapia può essere utile per ridurne le dimensioni e per alleviare i sintomi, incluso il dolore.
Se il paziente è già stato sottoposto a chemioradioterapia iniziale e chirurgia, può essere preso in considerazione un ri-trattamento con radioterapia tradizionale o adroterapia. Quest’ultima si basa sull’utilizzo di protoni e ioni carbonio, che sono particelle atomiche che sono più pesanti e dotate di maggiore energia rispetto agli elettroni usati dalla radioterapia tradizionale; di conseguenza, sono ancora più efficaci nel provocare la morte delle cellule tumorali.