Si definisce adiuvante qualunque terapia che viene somministrata a sostegno del trattamento principale allo scopo di ridurre il rischio di recidiva e di migliorare la prognosi dopo il trattamento chirurgico. È indicata nei casi in cui il rischio di recidiva è elevato.
Fino a poco tempo fa, l’unico trattamento disponibile era quello con interferone, ma il beneficio assoluto per il paziente era molto modesto. Attualmente, sono disponibili in Italia due trattamenti adiuvanti: uno basato sulla combinazione dabrafenib + trametinib, in pazienti con melanoma mutato nel gene BRAF e uno basato sugli inibitori di PD-1 (pembrolizumab o nivolumab), in tutti i pazienti con melanoma. Per entrambi i trattamenti, la somministrazione dei farmaci viene eseguita per un totale di 12 mesi. È stato recentemente dimostrato che in circa la metà dei casi sottoposti al trattamento adiuvante con la terapia a bersaglio molecolare o l’immunoterapia non si verificano recidive o progressione di malattia anche a oltre quattro anni dalla fine del trattamento.