Ogni anno in Italia, sviluppano un tumore del testicolo circa 2.000-2.300 uomini, una bassa percentuale di incidenza che fa sì che la malattia sia considerata rara. È più frequente tra i giovani adulti, mentre meno interessati sono i bambini e i soggetti di età superiore ai 60 anni. Il trattamento è molto efficace e la guarigione è possibile in percentuali che vanno dal 99,5% di pazienti nel primo stadio, ossia quando la malattia è circoscritta al testicolo, a oltre il 90% nel secondo stadio, quando vi è un interessamento anche dei linfonodi dell’addome, e restano superiori all’80% anche negli stadi più avanzati, quando le cellule tumorali hanno raggiunto altri organi.

Si distinguono due tipi di tumore del testicolo: il seminoma e il non seminoma. 

I seminomi si riscontrano di solito nella fascia d’età tra 25 e 55 anni; rappresentano circa il 60% di tutti i tumori del testicolo; di solito sono caratterizzati da una crescita lenta e tendono a rimanere localizzati nel testicolo per lunghi periodi. 

I non seminomi si riscontrano di solito nella fascia d’età tra 15 e 35 anni. Comprendono diversi sottotipi, tra cui il coriocarcinoma, il carcinoma embrionale, il teratoma e il tumore del seno endodermico. Possono essere costituiti da un solo tipo di cellule o da una combinazione di tipi di cellule. Tendono a metastatizzare più facilmente dei seminomi. 

Nonostante le differenze, seminomi e non seminomi si comportano in modo sostanzialmente simile e si trattano anche in modo simile.

Tra le forme rare di tumori del testicolo si ricordano il linfoma non Hodgkin, il tumore a cellule di Leydig e il tumore a cellule di Sertoli. Questi ultimi sono quasi sempre limitati al solo testicolo e dopo l’asportazione non hanno abitualmente bisogno di ulteriore trattamento.

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