L’intervento di gastrectomia, totale o subtotale, può causare una significativa perdita di peso corporeo, principalmente dovuta a una riduzione dell’apporto alimentare, spesso provocato dalla rapida sensazione di sazietà, percepita dopo l’assunzione di pochi bocconi di cibo. Tale sintomo viene lamentato molto frequentemente dai pazienti, soprattutto nei primi mesi dopo l’intervento. Recenti studi hanno permesso di chiarire che alla base del disturbo alimentare potrebbe esservi anche un’alterata produzione di ormoni da parte del tratto gastroenterico. L’intervento nutrizionale nel paziente gastrectomizzato, quindi, ha lo scopo di:
- prevenire la perdita di peso e la malnutrizione per difetto;
- favorire la guarigione dei tessuti dopo la chirurgia;
- integrare le carenze nutrizionali causate dall’asportazione dello stomaco;
- mettere la porzione residua dell’apparato gastroenterico in condizioni di sostituire fisiologicamente funzioni non di sua pertinenza;
- rinforzare il sistema immunitario; e
- eliminare, o almeno ridurre, la sintomatologia causata dalle diverse sindromi post-gastrectomia.
Si riportano, di seguito, alcune indicazioni di carattere generale che possono aiutare i pazienti gastrectomizzati ad alimentarsi in maniera corretta e adeguata alla loro condizione:
- Consumare almeno 5 pasti al giorno costituiti da piccole quantità di cibo, cercando di privilegiare gli alimenti con più alto valore nutritivo.
- Masticare a lungo e lentamente ogni boccone, così che parte della digestione inizi già a livello della bocca.
- Durante il pasto, mantenere una posizione eretta perché ciò facilita la progressione degli alimenti. Non coricarsi subito dopo i pasti per evitare il reflusso.
- Limitare l’assunzione di liquidi durante i pasti, avendo comunque cura di assumere 1-1,5 litri di liquidi (acqua, tè, camomilla, tisane, ecc.) durante la giornata.
- Assumere comunque frutta e verdura, anche se in quantità ridotte, in relazione all’effetto saziante dovuto alle fibre che contengono.
- Consumare alimenti ricchi in calcio e vitamina D (pesce almeno 1 volta alla settimana e latte o derivati almeno 1 volta al giorno).
- Può essere necessario assumere integratori di ferro, acido folico e vitamina B12, se ritenuto necessario dal medico in base ai risultati delle analisi del sangue. Dal punto di vista alimentare, i pazienti dovrebbero essere incoraggiati ad assumere alimenti ricchi in ferro facilmente assorbibile, come la carne rossa e il fegato. È meno assorbibile, invece, il ferro di cui sono ricchi alcuni alimenti come cereali, tuorlo d’uovo e vegetali a foglia verde. La vitamina C aumenta l’assorbimento del ferro; di conseguenza se ne suggerisce l’assunzione durante i pasti, inserendo nella dieta agrumi come arancia, limone e pompelmo. Al contrario, il tè diminuisce l’assorbimento del ferro alimentare, quindi se ne sconsiglia l’uso oppure si suggerisce di assumerlo lontano dal pasto (1-2 ore di distanza). Anche gli alimenti ricchi in calcio riducono l’assorbimento del ferro e non dovrebbero essere consumati insieme o subito dopo l’assunzione di ferro.
- Utilizzare metodi di cottura semplici: al vapore, al forno, al cartoccio, in padelle antiaderenti, limitando l’uso di condimento, aggiungendo olio extra-vergine di oliva dopo la cottura.
- Tenere nota degli alimenti che determinano disturbi, anche attraverso un diario alimentare e condividere con il nutrizionista eventuali cambiamenti e modifiche.
- In presenza di reflusso biliare, è importante che non passi molto tempo tra uno spuntino e l'altro (massimo 1 ora e mezza). Infatti, il cibo nell’intestino neutralizza la bile e previene il rigurgito. Dal momento che il rigurgito biliare insorge spesso la notte, è consigliabile sollevare la testata del letto (o dormire con 2-3 cuscini sotto le spalle) per evitare la posizione orizzontale; inoltre potrebbe essere utile l'assunzione di un piccolo spuntino prima di coricarsi.
- La gastrectomia può provocare malassorbimento, cioè può ridurre la capacità dell’intestino di assorbire i principi nutritivi: circa il 10% dei pazienti presenta dolori crampiformi e steatorrea. Per questo motivo è spesso necessario controllare e integrare eventuali deficit delle vitamine liposolubili. In presenza di diarrea occorre valutare attentamente con il nutrizionista quali sono i cibi consumati che possono aver causato i sintomi, in modo da poterli escludere e sostituire con altri più idonei. Se è presente steatorrea,può essere utile ridurre il consumo di grassi, raccomandando di frazionare la dieta in pasti piccoli e frequenti (6-7 al giorno) e di attenersi rigorosamente a questo schema. Se la steatorrea persiste, sostituire eventualmente l’olio di oliva utilizzato nei pasti con olio MCT. L’olio MCT, reperibile in farmacia, è assorbito più facilmente dei comuni olii alimentari, come l’olio d’oliva, tuttavia è privo di sapore, non apporta tutti gli acidi grassi che sono essenziali per l’organismo, e deve essere consumato a crudo. Quando possibile, è utile preparare una miscela composta dal 70% di olio MCT e dal 30% di un saporito olio di oliva da usare sempre a crudo, al fine di conferire agli alimenti un gusto più gradevole. L’aggiunta dell’olio MCT, la quantità da utilizzarne nella giornata e la durata della prescrizione sono indicazioni da condividere con il nutrizionista.
- Se l’alimentazione orale si rivelasse insufficiente alle necessità calorico-nutrizionali e non fosse correggibile mediante nutrizione naturale, sarà opportuno integrarla con idonei prodotti o sostituirla con la nutrizione artificiale. Potranno essere utilizzati supplementi nutrizionali orali che per le loro diverse caratteristiche di composizione, consistenza e gusto possono soddisfare buona parte delle esigenze nutrizionali, secondo le indicazioni del medico e le preferenze del paziente. I supplementi nutrizionali orali vanno assunti sotto controllo del medico nutrizionista.
Sindrome da svuotamento
La sindrome da svuotamento si verifica quando il bolo alimentare viene rapidamente immesso nel piccolo intestino scatenando sintomi gastrointestinali e/o vasomotori. Ne soffre il 25-50% dei pazienti sottoposti a chirurgia gastrica, il 5-10% dei quali sviluppa sintomi clinicamente rilevanti.
I sintomi si presentano durante i primi tre mesi dall’intervento e possono persistere per un anno. La sindrome da svuotamento può essere precoce o tardiva. La forma precoce si manifesta 10-30 minuti dopo i pasti e comprende sintomi gastrointestinali e vasomotori (dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, cefalea, vasodilatazione e arrossamento della cute, astenia e abbassamento della pressione sanguigna). Essa deriva principalmente dal rapido afflusso di cibo nel piccolo intestino che ne determina la rapida e improvvisa distensione. La forma tardiva si manifesta 1-3 ore dopo il pasto con sintomi prevalentemente vasomotori (sudorazione, debolezza, confusione). È legata all’alterazione dei livelli di zucchero nel sangue. Per la mancanza dello stomaco, lo zucchero viene assorbito troppo rapidamente nell’intestino tenue. Questa sintomatologia può essere di solito aggravata dall'assunzione di cibi dolci o bevande zuccherate.
Questi episodi non devono comunque creare eccessivo allarme: i dolori addominali non indicano alcun danno e normalmente scompaiono in 30-60 minuti circa. Se il sintomo è precoce, è necessaria un’attenta valutazione dell’alimentazione, che limiterà gli zuccheri semplici aumentando, invece, gli zuccheri complessi e separando i cibi solidi dai liquidi. Anche la presenza di piccoli pasti, che includono sia proteine sia grassi, può aiutare a ridurre l’incidenza della sindrome da svuotamento precoce. Se il sintomo è tardivo, generalmente si risolve con l’ingestione di zuccheri complessi o minime quantità di zuccheri semplici e carboidrati raffinati a ogni pasto, consumando sempre separatamente i cibi liquidi e quelli solidi. È bene inoltre evitare di assumere cibi troppo caldi o troppo freddi.
Alimenti da preferire
- Carboidrati complessi: pasta, riso, pane. Preferire primi piatti asciutti, conditi con sughi semplici (pomodoro, sughi di verdura).
- Carne: scartare il grasso visibile e la pelle del pollame.
- Pesce fresco o surgelato.
- Affettati quali prosciutto cotto/crudo (sempre sgrassato), bresaola.
- Verdura, fresca o surgelata, variandone la qualità.
- Latte: preferibilmente intero, iniziando ad assumerlo in piccole quantità. Se non tollerato, provare con il latte ad alta digeribilità.
- Yogurt: assumere almeno una porzione (un vasetto) al giorno preferendo quello da latte intero naturale.
- Olio extravergine di oliva.
- Burro.
Alimenti da assumere con moderazione
- Minestre in brodo, in particolare brodo di carne.
- Uova alla coque o in camicia, consumando, almeno per i primi tempi, solo il tuorlo; evitare le uova sode e fritte.
Alimenti sconsigliati
- Zuccheri semplici: zucchero, marmellata, miele, ecc.
- Dolciumi in genere e in particolare quelli preparati con creme, cioccolato, gelati alla crema.
- Salse pronte tipo maionese, senape ecc.
- Caffè, tè forte, bibite gassate (tipo aranciata, Coca-Cola ecc.).
- Farine integrali o di soia e cibi preparati con tali ingredienti (pane e pasta integrali, cracker integrali, pane di soia ecc.).
- Parti grasse delle carni e carne bollita in quanto di difficile digestione.
- Pesci grassi (anguilla, cefalo, murena, aragosta) e pesce conservato sott'olio.
È auspicabile che ogni paziente che ha subito un intervento di gastrectomia venga sottoposto a una valutazione nutrizionale presso una struttura specializzata. Infatti, il supporto nutrizionale deve essere personalizzato in relazione allo stato nutrizionale, alla storia clinica e alle esigenze del singolo paziente poiché varia moltissimo la tollerabilità verso gli alimenti. Pertanto, si sottolinea che le informazioni sopra riportate hanno carattere puramente indicativo e non possono e non devono sostituire l’intervento e il consiglio dello specialista. Ogni paziente ha la sua storia che merita di essere ascoltata.
Per approfondireMaggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili su La nutrizione nel malato oncologico e su Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare? |