Cos'è?
I principali fattori di rischio
La diagnosi
Come si cura
Il dopo
Cos'è?
Il tumore della prostata è una malattia caratterizzata dalla presenza di cellule tumorali nella prostata, una delle ghiandole sessuali maschili, situata immediatamente sotto la vescica e davanti al retto. La prostata circonda parte dell’uretra. La prostata secerne un fluido, che è costituente importante del liquido seminale che contiene lo sperma.
I principali fattori di rischio
Gli unici fattori di rischio certi sono la storia familiare e l’età. Gli uomini che hanno un parente stretto (padre, zio o fratello) che ha, o ha avuto, questo tumore hanno un maggiore rischio di ammalarsi ed è bene che effettuino controlli a partire dai 40-45 anni. Il rischio può aumentare in presenza di alcune condizioni quali l’obesità, l’innalzamento dei livelli degli ormoni maschili, l’esposizione a inquinanti ambientali, il fumo, una dieta ricca di latticini e grassi animali e povera di frutta e verdura.
Da ultimo, sono in costante aumento gli studi che stabiliscono una correlazione tra la malattia e l’infiammazione cronica o ricorrente della prostata.
La diagnosi
È indispensabile recarsi dal medico di famiglia in presenza di uno qualunque dei seguenti sintomi:
- diminuzione o ostruzione del flusso di urina;
- minzione frequente (soprattutto di notte);
- difficoltà nella minzione, accompagnata spesso da dolore o bruciore;
- presenza di sangue nelle urine;
- dolore persistente a schiena o bacino.
Spesso negli stadi iniziali della malattia non si manifestano sintomi.
In caso di visita urologica, il medico può eseguire un’esplorazione rettale. Egli può anche richiedere un’ecografia, e se rileva delle anomalie, il medico può decidere di eseguire una biopsia (o agoaspirato), di solito inserendo un ago nella prostata attraverso il retto oppure nel perineo.
Altri test per la diagnosi della malattia: Test del PSA, esame del sangue che consente di misurare il livello dell’antigene prostatico specifico (PSA), Ecografia transrettale (TRUS), Scintigrafia Ossea, Tomografia Computerizzata (TC), Risonanza magnetica (RM), Tomografia ad emissione di positroni (PET-TC).
Come si cura
Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per il trattamento del cancro della prostata sono:
- Chirurgia
- Radioterapia
- Chemioterapia
- Ormonoterapia
- Brachiterapia
La chirurgia è uno dei trattamenti comunemente applicati per il cancro della prostata. Si esegue generalmente su pazienti in buona salute, di età inferiore a 70 anni. Il chirurgo può decidere di asportare il tumore attuando uno dei seguenti tipi d’intervento:
- prostatectomia radicale: è l’intervento di asportazione della prostata e di parte del tessuto circostante; si esegue solo se il tumore non si è diffuso ad altri organi. I pazienti operati potrebbero accusare impotenza o incontinenza urinaria;
- resezione transuretrale: è l’intervento di asportazione del tumore, che si attua inserendo nella prostata, attraverso l’uretra, un particolare strumento con un piccolo circuito all’estremità. Si esegue a volte allo scopo di alleviare i sintomi del tumore prima di attuare altri trattamenti oppure nei pazienti che non possono essere sottoposti all’intervento radicale a causa dell’età o della presenza concomitante di altre patologie;
- criochirurgia: è una tecnica chirurgica che sfrutta l’azione necrotizzante di temperature molto basse per distruggere le cellule tumorali.
La radioterapia. Le radiazioni possono essere erogate da una macchina esterna all’organismo (radioterapia esterna) oppure la sostanza radioattiva (radioisotopo) può essere immessa direttamente nella lesione per mezzo di tubicini di plastica (radioterapia interna o intracavitaria).
La chemioterapia è la modalità terapeutica che distrugge le cellule tumorali attraverso la somministrazione di farmaci, che possono essere assunti per bocca in forma di compresse, oppure iniettati per via endovenosa o intramuscolare. La chemioterapia si definisce trattamento sistemico, perché il farmaco entra nella circolazione sanguigna, si diffonde nell’organismo e in questo modo può raggiungere e distruggere le cellule tumorali che si sono diffuse al di fuori della prostata.
L’ormonoterapia (o terapia ormonale) consiste nella somministrazione di ormoni per bloccare la crescita delle cellule tumorali. Gli ormoni maschili, specialmente il testosterone, possono contribuire alla crescita delle cellule tumorali; di conseguenza, per contrastare quest’effetto, è possibile somministrare ormoni femminili (estrogeni) o farmaci in grado di ridurre la quantità degli ormoni maschili in circolo. In qualche caso per ottenere un effetto maggiore o più rapido sulla riduzione degli ormoni maschili, è possibile somministrare un’associazione di più farmaci per attuare il cosiddetto blocco androgenico totale.
La brachiterapia è una forma di radioterapia che prevede il posizionamento di piccole sorgenti radioattive direttamente all’interno della prostata in anestesia epidurale o generale e sotto guida ecografica transrettale. La procedura richiede circa un paio d’ore.
È indicata per il trattamento dei tumori della prostata a basso rischio di progressione.
Il dopo
Il trattamento del tumore della prostata, come tutte le terapie antitumorali, può causare effetti collaterali a breve e a lungo termine. È, quindi, importante che prima di essere sottoposti a qualunque trattamento siate correttamente informati per valutare con attenzione gli eventuali rischi e le possibili soluzioni, così da effettuare una scelta consapevole.
Funzione sessuale
In momenti di particolare stress emotivo e/o fisico, come accade di fronte alla diagnosi di tumore o durante i trattamenti oncologici, è possibile che si perda interesse per il sesso e che il desiderio sessuale (libido) diminuisca. Questa condizione, però, è reversibile e potrà risolversi non appena vi sentirete meglio. In alcuni casi la disfunzione erettile può non essere definitiva e dunque può migliorare col tempo ricorrendo a una ‘riabilitazione/terapia della funzione sessuale’ basata sulla somministrazione di farmaci specifici e sul supporto psico-sessuologico individuale o di coppia.
L’urologo-andrologo potrà prescrivere farmaci per la disfunzione erettile da assumere in compresse prima del rapporto sessuale, attenendosi scrupolosamente ai tempi e alle dosi indicate. Tra questi i più diffusi sono sildenafil (Viagra®), tadalafil (Cialis®) e vardenafil (Levitra®, Vivanza®).
Infertilità
Alcuni dei trattamenti per il cancro della prostata possono comportare il rischio di sterilità, il che vuol dire che non si ha più la possibilità di procreare per l’assenza di cellule germinali o per la presenza di alterazioni a loro carico, con conseguenti effetti sulla funzione degli spermatozoi. È importante che discutiate il rischio di sterilità col vostro medico prima di iniziare il trattamento e, se lo riterrete opportuno, chiedete informazioni per l’eventuale crioconservazione del seme.
Incontinenza urinaria
Perdere il controllo della vescica può essere una conseguenza della malattia in sé o del trattamento.L’incontinenza urinaria si può attenuare e risolvere gradualmente eseguendo esercizi specifici di fisioterapia mirati al recupero della capacità di trattenere l’urina in vescica.
Questa scheda sintetica è stata estratta da:
- Libretto della Collana del Girasole di Aimac “Il cancro della prostata”, ultima edizione ottobre 2012
- Profilo DST “Il cancro della prostata”, tradotto dal PDQ del National Cancer Institute, ultima revisione gennaio 2013
Aimac è grata ad AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) Giovani e in particolare ai Dott. F. Maines e F. Massari (Oncologia Medica d.U., Policlinico G. B. Rossi - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona) per la revisione critica del testo.