Aimac, dopo essersi occupata di informare chi affronta il cancro sulle possibilità di preservazione della fertilità maschile attraverso la diffusione della brochure “Padre dopo il cancro”, sta lavorando per promuovere cultura anche riguardo il delicato argomento della preservazione della fertilità femminile. Nell’ambito del progetto Strategie sinergiche per la diffusione della cultura della preservazione della fertilità nei pazienti oncologici: approccio integrato tra medicina della riproduzione ed istituzioni, Aimac sta collaborando con la Fondazione San Raffaele Monte Tabor e l’Istituto Superiore di Sanità, anche per  favorire lo scambio di informazioni fra i professionisti coinvolti nell’assistenza e nella cura delle pazienti oncologiche sul tema della conservazione della loro capacità riproduttiva. Per rispondere a questo obiettivo il 3 ottobre 2011 si è tenuto a Roma il primo corso ECM di “Formazione alla preservazione della fertilità nelle pazienti oncologiche”. 

In questa occasione Aimac ha anticipato la realizzazione di uno specifico strumento informativo dal titolo “Maternità e cancro”. Condividendo la mission di informare chi affronta il cancro, una ginecologa partecipante al corso, Dott.ssa Mariavita Ciccarone, ci ha segnalato l’associazione Gemme Dormienti, creata con l’obiettivo di fornire alle persone informazioni sempre aggiornate sulle possibilità di preservare la loro fertilità, con particolare attenzione alle persone che affrontano il cancro. L’associazione Gemme Dormienti è stata inserita anche tra i riferimenti del portale americano The Oncofertility Consurtium, fondato dalla Professoressa Woodruff, ginecologa tra i massimi esperti in materia.

Le gemme dormienti cui fa riferimento il nome dell’associazione, sono le persone, soprattutto giovani, affette da una patologia oncologica o da un’altra malattia cronica invalidante,  cui viene proposto un progetto integrato di assistenza, al fine di preservare la loro capacità riproduttiva. L’associazione si rivolge, quindi, a donne e uomini che non vogliono e non devono rinunciare ad aspetti importanti per la qualità di vita con e dopo la malattia: dalla sessualità alla fertilità, dalla genitorialità al lavoro ...

Scopo finale è quello di creare una rete multidisciplinare per promuovere cultura e conoscenza su questi temi,  agevolando il percorso dei pazienti e delle loro famiglie, sia attraverso la personalizzazione e l’ottimizzazione dei protocolli terapeutici, sia attraverso la diffusione  delle informazioni utili a orientarli in un  processo decisionale consapevole e affine ai loro valori.

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