I malati di cancro ricorrono ai trattamenti non convenzionali principalmente per:
- controllare meglio gli effetti indesiderati dei trattamenti antitumorali, quali nausea, dolore e senso di stanchezza;
- ridurre l’ansia e lo stress;
- trattare o curare la malattia con metodi differenti;
- perdita di fiducia nel trattamento convenzionale che non ha portato all’effetto sperato;
- assumere un ruolo più attivo nelle decisioni terapeutiche.
A ciò si aggiunga che a volte il paziente è insoddisfatto della relazione con il medico curante, perché costui non riesce a dedicargli tutto il tempo necessario per fornire maggiori informazioni sulla malattia, sul decorso e sulle possibilità di cura.
Inoltre, ritenendo che il medico sia pregiudizialmente contrario ai trattamenti complementari e alternativi, il paziente ricorre spesso ai trattamenti non convenzionali senza comunicarlo al medico, perché questa scelta si basa su informazioni acquisite da parenti, conoscenti e/o mezzi di informazione. Quest’atteggiamento di chiusura può risultare pericoloso e avere conseguenze molto negative, specialmente quando il trattamento non convenzionale comporta la sospensione del trattamento convenzionale.
È importante consultare sempre il medico curante prima di prendere iniziative personali in tema di terapie allo scopo di verificare che tutti gli aspetti dell’assistenza, che il caso richiede, siano orientati al benessere e al miglioramento della qualità della vita. È questo un punto molto importante perché ciò che può sembrare innocuo – certi integratori o farmaci, ad esempio – potrebbe, in realtà, interferire negativamente con il trattamento antitumorale convenzionale.