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- Che cos'è il busulfano
- Che aspetto ha
- Come si somministra
- Potenziali effetti collaterali
- Effetti collaterali meno frequenti
- Ulteriori informazioni
Che cos’è il busulfano
Il busulfano è un agente chemioterapico appartenente alla classe dei farmaci cosiddetti alchilanti, sostanze che esercitano un’azione tossica a livello cellulare (per questo sono definite citotossiche), provocando in tal modo la morte delle cellule neoplastiche.
Il busulfano è indicato per il trattamento preparatorio al trapianto di cellule staminali emopoietiche (le cellule progenitrici che generano le cellule del sangue), sia negli adulti che nei bambini, e anche per il trattamento della leucemia mieloide e granulocitica cronica.
In genere, il busulfano si somministra in associazione con un altro farmaco chemioterapico (ciclofosfamide negli adulti e ciclofosfamide o melfalan nei bambini.)
Che aspetto ha
Il busulfano è disponibile sotto forma di compresse da 2 mg oppure di liquido chiaro ottenuto dalla dissoluzione della polvere.
Come si somministra
Il busulfano si somministra:
- per bocca: le compresse devono essere assunte sempre bevendo molta acqua.
- per iniezione in vena (per endovena) se il trattamento è in dosi elevate, tramite catetere venoso centrale. Non deve essere somministrato in iniezione endovenosa rapida o in bolo o come iniezione per via periferica.
Potenziali effetti collaterali
Le reazioni alla chemioterapia variano da individuo a individuo. Non necessariamente gli effetti collaterali menzionati compariranno in tutti i pazienti che ricevono il busulfano. Va, inoltre, tenuto presente che gli effetti collaterali possono variare se il trattamento è effettuato con una combinazione di chemioterapici anziché con un solo farmaco.
Tutti i chemioterapici producono sensazione di fatica (astenia) e diminuzione dell’appetito. Anche queste possono insorgere in forma lieve o severa. L’astenia può essere legata all’anemia. Discutetene sempre con l’oncologo.
Si descrivono di seguito gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti, del busulfano, mentre sono stati tralasciati quelli molto rari. L’obiettivo è di prepararvi ad affrontarli nel caso in cui si manifestino. È necessario comunicare all’oncologo che vi ha in cura qualunque effetto collaterale che ritenete possa essere connesso con la terapia.
Effetti collaterali comuni
Temporanea riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo. La diminuzione dei globuli rossi provoca la diminuzione dell’emoglobina e quindi l’anemia, che si manifesta principalmente con sensazione di spossatezza fisica; la diminuzione dei globuli bianchi facilita l’insorgere di infezioni, il cui segno è la febbre, di solito con brivido; la diminuzione delle piastrine provoca ecchimosi, ossia lividi, o emorragie. La ridotta funzionalità del midollo osseo può manifestarsi circa 10-30 giorni dopo la somministrazione del farmaco, raggiungendo usualmente i valori minimi 10-14 giorni dopo la chemioterapia. Quindi il conteggio delle cellule ematiche ricomincia a salire costantemente e di solito si normalizza nel giro di diverse settimane-giorni.
Il conteggio delle cellule ematiche diminuisce in funzione della dose di chemioterapico e dell’impiego di uno solo o più farmaci. Se la chemioterapia prevede l’associazione di più chemioterapici, la probabilità di andare incontro a una diminuzione delle cellule ematiche è più alta. Per questo sarete sottoposti a esami periodici del sangue per controllare la funzionalità del midollo osseo. Qualora si riscontri una netta diminuzione del conteggio delle cellule ematiche, l’oncologo potrebbe decidere di rinviare la somministrazione di qualche giorno per permettere il recupero della funzionalità del midollo osseo.
Se la temperatura sale oltre 38° C o se sviluppate ecchimosi o emorragie senza apparente motivo, mettetevi subito in contatto con l’oncologo o con l’ospedale.
Modificazioni della cute. La terapia può causare un’eruzione cutanea, simile all’acne, che può dare prurito. Sono consigliati saponi neutri, ed eventualmente creme antistaminiche.
La cute può scurirsi per l’eccessiva produzione di pigmento. Il fenomeno scomparirà gradualmente fino a che la cute tornerà normale nel giro di qualche mese dalla fine del trattamento.
Effetti collaterali meno frequenti
Modificazione dell’attività polmonare. Il busulfano può alterare il tessuto polmonare; se viene superata una determinata quantità, s’induce uno stato di fibrosi, che è reversibile, e scompare gradualmente con la sospensione della terapia. I sintomi sono tosse o difficoltà di respiro.
Cistite. Il busulfano può irritare la vescica, causando sensazione di bruciore e frequente bisogno di urinare. Al fine di prevenire l’insorgenza di questo disturbo, è necessario bere molto (almeno 2 litri) nelle 24 ore immediatamente successive alla somministrazione della chemioterapia.
Manifestazioni cutanee. Il busulfano può causare un’eruzione cutanea, simile all’acne, che può dare prurito.
Potrebbe essere utile assumere farmaci antistaminici.
Caduta dei capelli. Comincia di solito dopo tre-quattro settimane dalla somministrazione della prima dose di chemioterapia, ma può evidenziarsi anche prima. I capelli possono cadere completamente oppure diradarsi. Anche le ciglia, le sopracciglia e altri peli che ricoprono il corpo possono diradarsi fino a cadere. Il fenomeno è comunque temporaneo e i capelli cominceranno a ricrescere una volta che il trattamento si sarà concluso.
Temporanea riduzione della funzione epatica. Il busulfano può alterare la funzione epatica, che si normalizzerà comunque alla conclusione del trattamento. Si verifica solo un modesto aumento dei valori degli enzimi epatici denominati transaminasi, ma senza che compaiano sintomi.
Nausea e vomito. Nonostante vengano somministrati sempre, assieme alla chemioterapia, farmaci molto efficaci, detti antiemetici, per prevenire o ridurre sensibilmente la nausea e il vomito, questi possono insorgere ugualmente, in un intervallo che va da poche ore dopo il trattamento sino ai giorni seguenti, e possono durare anche per alcuni giorni. Se la nausea non è controllabile o persiste, informate l’oncologo, che non esiterà a prescrivervi un altro antiemetico più efficace.
Per approfondireMaggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili su La nutrizione nel malato oncologico e su Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare? |
Dolore o ulcere del cavo orale, con o senza modeste alterazioni del gusto. Durante il trattamento, potreste avvertire una sensazione di dolore alla bocca, che potrebbe essere particolarmente secca, e potreste notare la presenza di piccole ulcere. Per prevenire quest'effetto collaterale, è importante assumere molti liquidi ed eseguire una regolare pulizia dei denti con uno spazzolino morbido. Le eventuali alterazioni del gusto scompariranno al termine della chemioterapia. Se avete uno di questi problemi, informate l’oncologo, che potrà prescrivere collutori speciali e farmaci per prevenire o curare eventuali infezioni del cavo orale.
Diarrea. Se si presenta, è in forma lieve (una-due scariche al giorno); raramente è severa. Può essere controllata facilmente con i comuni farmaci antidiarroici. Se si presentasse in forma severa, potrebbe essere necessario sospendere il trattamento o ridurre le dosi della chemioterapia. In diarrea ogni caso, è necessario bere molto per reintegrare i liquidi perduti.
Cataratta. Il busulfano può causare la comparsa della cataratta a distanza di alcuni anni dal trattamento. Informate l’oncologo qualora notaste modificazioni della vista.
Gonfiore e dolorabilità delle mammelle. È un effetto collaterale che può essere avvertito dai soggetti di ambo i sessi.
Febbre e brividi. Possono manifestarsi in corso di trattamento con il busulfano, ma di solito sono di breve durata. Può essere utile assumere un antiinfiammatorio (ad esempio tachipirina).
Reazioni allergiche. Il busulfano, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche, come lo sviluppo di un’eruzione cutanea accompagnata da prurito, rialzo termico, brividi, rossore localizzato al volto, senso di vertigini, cefalea, mancanza di respiro, ansia e aumento della minzione. Questi disturbi possono venire in forma lieve o in forma severa, e in questo caso richiedono un trattamento appropriato.
Ulteriori informazioni
Alcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, comunicate all’oncologo quali farmaci assumete prima di cominciare il trattamento e consultatelo prima di assumere altri farmaci.
Fuoriuscita di liquido dal sito di puntura. Se i farmaci fuoriescono dal sito di puntura, possono danneggiare il tessuto circostante. Per tale motivo, se durante la somministrazione o nelle ore successive avvertite dolore o bruciore nell’area intorno al sito di puntura o intorno alla vena o se notate una fuoriuscita di liquido, informate immediatamente l’oncologo o un infermiere/a.
Modificazione del colore delle urine. Alcuni farmaci possono rendere scure le urine. Questo fenomeno è abbastanza normale e può persistere per le 24 ore successive al trattamento.
Fertilità. La chemioterapia potrebbe provocare amenorrea, ossia l’interruzione del flusso mestruale. Di conseguenza si potrebbero manifestare i sintomi tipici dell'età pre-menopausale, con vampate di calore, eccessi di sudore e secchezza vaginale. È generalmente un fenomeno che cessa al termine della terapia.
Poiché i farmaci chemioterapici provocano mutazioni cellulari, è assolutamente sconsigliabile una gravidanza prima di cinque anni dal termine della chemioterapia. Nei giovani maschi può insorgere sterilità, che in una piccola percentuale di persone sarà permanente. Va quindi valutata l’opportunità della preservazione dello sperma presso la banca del seme prima dell’inizio della chemioterapia.
Esposizione al sole. Attraverso la circolazione i farmaci chemioterapici si diffondono su tutti i tessuti, inclusa la pelle. Il contatto prolungato con le radiazioni solari può causare arrossamenti, anche severi, e scottature. Per tale motivo, durante la chemioterapia è sconsigliata l’esposizione diretta e prolungata al sole, ovvero è raccomandato l’impiego di creme solari ad alta protezione.
Aimac è grata alla Divisione di Oncologia Medica dell'Ospedale Sacro Cuore Don Calabria - Negrar (VR) e in particolare ai Dott. Paola Agnese Cassandrini, Gianluigi Lunardi, Marco Venturini e a Francesca Coati; all’Istituto Regina Elena di Roma e in particolare alle Dott. Antonia Marina La Malfa e Antonietta Coratti per la revisione critica del testo.
Ultima revisione: settembre 2016
Titolo originale: Busulfan (Myleran®)