Farmaci autorizzati: Alkeran®, Melfalan Koanaa®, Melfalan Medac®, Melfalan Sun®, Melfalan Teva®, Melfalan Tillomed®, Phelinun®
- Che cos'è il melfalan
- Che aspetto ha
- Come si somministra
- Potenziali effetti collaterali
- Effetti collaterali meno frequenti
- Ulteriori informazioni
Che cos’è il melfalan
Il melfalan è un agente chemioterapico appartenente alla classe dei farmaci cosiddetti alchilanti, sostanze che esercitano un’azione tossica a livello cellulare (per questo sono definite citotossiche), provocando in tal modo la morte delle cellule neoplastiche. Il melfalan, somministrato per perfusione arteriosa regionale, è indicato nel trattamento di:
melanoma maligno localizzato delle estremità; sarcoma dei tessuti molli localizzato delle estremità.
Al dosaggio convenzionale per via endovenosa, può essere usato nel trattamento di:
mieloma multiplo; carcinoma ovarico avanzato.
Ad alto dosaggio per via endovenosa, può essere usato nel trattamento di:
mieloma multiplo: remissioni complete sono state raggiunte fino al 50% dei pazienti ai quali era stato somministrato Melfalan ad alte dosi, con o senza trapianto di cellule staminali ematopoietiche, sia come trattamento di prima linea che per consolidare una risposta alla chemioterapia convenzionale; neuroblastoma avanzato nell’infanzia.
Che aspetto ha
Una volta disciolta la polvere, il melfalan si presenta come liquido chiaro. È disponibile anche in forma di compresse di colore bianco da 2 mg e da 5 mg.
Come si somministra
Il melfalan si somministra:
- per iniezione in vena (per endovena) attraverso una cannula, un tubicino sottile che viene introdotto nella vena;
- per infusione attraverso il catetere venoso centrale che viene inserito sotto cute in una vena vicino alla clavicola, oppure attraverso la linea cosiddetta PICC, acronimo dall’inglese peripherally inserted central catheter, che è inserita in una vena periferica, di solito del braccio;
- per bocca: le compresse dovrebbero essere assunte bevendo molta acqua;
- per via intraperitoneale somministrando il farmaco direttamente nella cavità addominale;
- per perfusione attraverso un’arteria del braccio o della gamba. Questa procedura si esegue in anestesia generale, dopo aver applicato un bendaggio stretto alla parte superiore dell’arto onde prevenire la diffusione del chemioterapico ad altri siti.
Potenziali effetti collaterali
Le reazioni alla chemioterapia variano da individuo a individuo. Non necessariamente gli effetti collaterali menzionati compariranno in tutti i pazienti che ricevono il melfalan. Va, inoltre, tenuto presente che gli effetti collaterali possono variare se il trattamento è effettuato con una combinazione di chemioterapici anziché con un solo farmaco.
Tutti i chemioterapici producono sensazione di fatica (astenia) e diminuzione dell’appetito. Anche queste possono insorgere in forma lieve o severa. L’astenia può essere legata all’anemia. Discutetene sempre con l’oncologo.
Si descrivono di seguito gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti, del melfalan, mentre sono stati tralasciati quelli molto rari. L’obiettivo è di prepararvi ad affrontarli nel caso in cui si manifestino. È necessario comunicare all’oncologo che vi ha in cura qualunque effetto collaterale che ritenete possa essere connesso con la terapia.
Effetti collaterali comuni
Temporanea riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo. La diminuzione dei globuli rossi provoca la diminuzione dell’emoglobina e quindi l’anemia, che si manifesta principalmente con sensazione di spossatezza fisica; la diminuzione dei globuli bianchi facilita l’insorgere di infezioni, il cui segno è la febbre, di solito con brivido; la diminuzione delle piastrine provoca ecchimosi, ossia lividi, o emorragie. La ridotta funzionalità del midollo osseo può manifestarsi circa sette giorni dopo la somministrazione del farmaco, raggiungendo usualmente i valori minimi 10-14 giorni dopo la chemioterapia. Quindi il conteggio delle cellule ematiche ricomincia a salire costantemente e di solito si normalizza entro 21-28 giorni.
Il conteggio delle cellule ematiche diminuisce in funzione della dose di chemioterapico e dell’impiego di uno solo o più farmaci. Se la chemioterapia prevede l’associazione di più chemioterapici, la probabilità di andare incontro a una diminuzione delle cellule ematiche è più alta. Per questo sarete sottoposti a esami periodici del sangue per controllare la funzionalità del midollo osseo. Qualora si riscontri una netta diminuzione del conteggio delle cellule ematiche, l’oncologo potrebbe decidere di rinviare la somministrazione di qualche giorno per permettere il recupero della funzionalità del midollo osseo.
Se la temperatura sale oltre 38° C o se sviluppate ecchimosi o emorragie senza apparente motivo, mettetevi subito in contatto con l’oncologo o con l’ospedale.
Nausea e vomito. Nonostante vengano somministrati sempre, assieme alla chemioterapia, farmaci molto efficaci, detti antiemetici, per prevenire o ridurre sensibilmente la nausea e il vomito, questi possono insorgere ugualmente, in un intervallo che va da poche ore dopo il trattamento sino ai giorni seguenti, e possono durare anche per alcuni giorni. Se la nausea non è controllabile o persiste, informate l’oncologo, che non esiterà a prescrivervi un altro antiemetico più efficace.
Per approfondireMaggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili su La nutrizione nel malato oncologico e su Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare? |
Effetti collaterali meno frequenti
Dolore o ulcere del cavo orale, con o senza modeste alterazioni del gusto.Durante il trattamento, potreste avvertire una sensazione di dolore alla bocca, che potrebbe essere particolarmente secca, e potreste notare la presenza di piccole ulcere. Per prevenire quest'effetto collaterale, è importante assumere molti liquidi ed eseguire una regolare pulizia dei denti con uno spazzolino morbido. Le eventuali alterazioni del gusto scompariranno al termine della chemioterapia. Se avete uno di questi problemi, informate l’oncologo, che potrà prescrivere collutori speciali e farmaci per prevenire o curare eventuali infezioni del cavo orale.
Diarrea. Se si presenta, è in forma lieve (una-due scariche al giorno); raramente è severa. Può essere controllata facilmente con i comuni farmaci antidiarroici. Se si presentasse in forma severa, potrebbe essere necessario sospendere il trattamento o ridurre le dosi della chemioterapia. In ogni caso, è necessario bere molto per reintegrare i liquidi perduti.
Caduta dei capelli. Comincia di solito dopo tre-quattro settimane dalla somministrazione della prima dose di chemioterapia, ma può evidenziarsi anche prima. I capelli possono cadere completamente oppure diradarsi. Anche le ciglia, le sopracciglia e altri peli che ricoprono il corpo possono diradarsi fino a cadere. Il fenomeno è comunque temporaneo e i capelli cominceranno a ricrescere una volta che il trattamento si sarà concluso.
Modificazioni della cute. La terapia può causare un’eruzione cutanea, simile all’acne, che può dare prurito. Sono consigliati saponi neutri, ed eventualmente creme antistaminiche.
Reazioni allergiche. Il melfalan, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche, come lo sviluppo di un’eruzione cutanea accompagnata da prurito, rialzo termico, brividi, rossore localizzato al volto, senso di vertigini, cefalea, mancanza di respiro, ansia e aumento della minzione. Questi disturbi possono venire in forma lieve o in forma severa, e in questo caso richiedono un trattamento appropriato.
Modificazione dell’attività polmonare. Il melfalan può alterare il tessuto polmonare; se viene superata una determinata quantità, s’induce uno stato di fibrosi, che è reversibile, e scompare gradualmente con la sospensione della terapia. I sintomi sono tosse o difficoltà di respiro.
Possibilità di sviluppare una forma di leucemia. Il trattamento a lungo termine con il melfalan comporta un rischio, per la verità molto basso, di sviluppare dopo molti anni una forma di leucemia. Dopo il trattamento sarete sottoposti a esami periodici del sangue che reperteranno tempestivamente eventuali modificazioni leucemiche.
Ulteriori informazioni
Alcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, comunicate all’oncologo quali farmaci assumete prima di cominciare il trattamento e consultatelo prima di assumere altri farmaci.
Fuoriuscita di liquido dal sito di puntura. Se i farmaci fuoriescono dal sito di puntura, possono danneggiare il tessuto circostante. Per tale motivo, se durante la somministrazione o nelle ore successive avvertite dolore o bruciore nell’area intorno al sito di puntura o intorno alla vena o se notate una fuoriuscita di liquido, informate immediatamente l’oncologo o un infermiere/a.
Modificazione del colore delle urine. Alcuni farmaci possono rendere scure le urine. Questo fenomeno è abbastanza normale e può persistere per le 24 ore successive al trattamento.
Fertilità. La chemioterapia potrebbe provocare amenorrea, ossia l’interruzione del flusso mestruale. Di conseguenza si potrebbero manifestare i sintomi tipici dell'età pre-menopausale, con vampate di calore, eccessi di sudore e secchezza vaginale. È generalmente un fenomeno che cessa al termine della terapia. Poiché i farmaci chemioterapici provocano mutazioni cellulari, è assolutamente sconsigliabile una gravidanza prima di cinque anni dal termine della chemioterapia. Nei giovani maschi può insorgere sterilità, che in una piccola percentuale di persone sarà permanente. Va quindi valutata l’opportunità della preservazione dello sperma presso la banca del seme prima dell’inizio della chemioterapia.
Esposizione al sole. Attraverso la circolazione i farmaci chemioterapici si diffondono su tutti i tessuti, inclusa la pelle. Il contatto prolungato con le radiazioni solari può causare arrossamenti, anche severi, e scottature. Per tale motivo, durante la chemioterapia è sconsigliata l’esposizione diretta e prolungata al sole, ovvero è raccomandato l’impiego di creme solari ad alta protezione.
Allattamento. Non è consigliato allattare al seno durante la terapia con melfalan.
Aimac è grata alla Divisione di Oncologia Medica dell'Ospedale Sacro Cuore Don Calabria - Negrar (VR) e in particolare ai Dott. Gianluigi Lunardi, Maurizio Nicodemo, Marco Venturini e a Francesca Coati; all’Istituto Regina Elena di Roma e in particolare alle Dott. Antonia Marina La Malfa e Antonietta Coratti per la revisione critica del testo.
Ultima revisione: ottobre 2016
Titolo originale: Melphalan (Alkeran®)