Con ordinanza del 6 agosto 2007 TAR del Lazio ha accolto il ricorso di Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) e di AMeSCi (Associazione mediterranea per la promozione e lo sviluppo del servizio civile) nei confronti dell’Ufficio nazionale per il servizio civile ed ha disposto la sospensione del provvedimento con il quale l’Ufficio aveva operato la riduzione delle sedi e dei volontari da assegnare per l’anno 2007.
Accogliendo il ricorso degli Avv. Prof. Clarizia e de Miro d’Ajeta, il TAR ha ordinato il riesame del progetto presentato da FAVO in partenariato con AMeSCi e stabilito un importante precedente che impone all’Ufficio nazionale del servizio civile, prima di operare valutazioni negative, di richiedere agli enti accreditati un confronto su presunte lacune della progettazione, e consentire l’integrazione o, come nel caso, la dimostrazione dell’insussistenza dei problemi eventualmente sollevati dall’amministrazione, in applicazione dell’art. 10 bis della legge 241 del 1990.
L’Ufficio nazionale per il servizio civile aveva operato la riduzione di due sedi e quattro volontari nell’ambito del progetto “Una rete per il malato oncologico 2007”. Il progetto prevede l’impiego di ventisei volontari del servizio civile in quattordici sedi tra Palermo e Bolzano, impegnati per il miglioramento della qualità della vita dei malati oncologici nel loro contesto sociale e familiare, con gli obiettivi specifici di formazione-informazione, miglioramento dell’assistenza e del sostegno psicologico, riabilitazione, aumento dell’accessibilità di servizi già esistenti, promozione di una cultura ed una prassi per la maggiore efficacia dell’assistenza ai malati ed alle loro famiglie. Nell’anno precedente un analogo progetto era stato ben valutato dalla commissione presso l’Ufficio nazionale per il servizio civile e regolarmente svolto con apprezzamento da parte degli utenti e delle associazioni.
“Restituiti” a Favo quattro volontari del Servizio Civile
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