La riabilitazione
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Ci sono, dice il professore, "bisogni espressi e bisogni inespressi". Un soggetto fragile come il malato oncologico deve essere non solo curato ma anche capito. La nostra associazione sta modificando il tipo di "comunicazione" che deve stabilirsi tra i medici e i malati ma anche tra i medici e i familiari dei malati. Abbiamo trovato comprensione e collaborazione nell'Aiom, che riunisce gli specialisti in oncologia e in altre associazioni scientifiche. Il National Cancer Institute americano cita l'Aimac come una delle organizzazioni più attive nel mondo, e questo è un grande riconoscimento".
C'è poi un rapporto strettissimo tra l'Aimac e l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. "Col prezioso aiuto del professor Natale Cascinelli", dice de Lorenzo, "apriremo uno sportello informativo in quella importante struttura". Il progetto interessa altre realtà ospedaliere come l'istituto Pascale di Napoli, il regina Elena e il Sant’Andrea di Roma, l'Istituto dei tumori di Aviano e il Policlinico di Napoli. Questo progetto è condiviso dal Ministero della Salute. L'Aimac ha un sito Internet (www.aimac.it) e un numero verde (840.50.35.79) che fornisce gratuitamente pareri di oncologi e di psicologi. Proprio questo canale telefonico ha permesso di stabilire contatti con molti centri di volontariato esistenti in Italia. Pochi lo sanno, ma nell'area oncologica operano 578 associazioni di volontariato. Il professor De Lorenzo ha pensato di riunirle nella Favo, Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia, e di stampare una guida, che si può richiedere all’Aimac, piazza Barberini 47, Roma. Questa federazione, nata nel 2003, si è data due obiettivi, che spera di realizzare entro quest'anno. Il primo è la riabilitazione del malato di cancro uno dei "diritti negati" cui si è ispirata la battaglia di De Lorenzo e dei suoi collaboratori fin dalla nascita dell'Aimac. Sulla riabilitazione c’è già un'intesa con l'Istituto dei Tumori di Milano; ma bisognerà estenderla in tutta Italia e per questo serve una mobilitazione dell'opinione pubblica. Il secondo, grande obiettivo da raggiungere è l'istituzione della "giornata del malato di cancro", che negli Stati Uniti esiste da 18 anni. Però De Lorenzo (che pure è stato ministro della sanità) non può metterla in calendario motu proprio. Ci vuole un decreto del Consiglio dei Ministri e tutto lascia credere che tale decreto arriverà (dice il professore: "Ci piacerebbe fosse programmata per il mese di giugno, come in Usa. Parliamo, s'intende, del giugno di quest'anno. Sappiamo infatti che molti ministri sono favorevoli a questa giornata").
Si stanno mettendo a punto le mappe dei "bisogni riabilitativi" nelle varie regioni italiane. Le 50 associazioni di volontariato che hanno aderito alla Favo metteranno in questo progetto la loro lunga esperienza, con la determinante collaborazione e di oncologi, favorevoli a questo "aiuto" ai pazienti. Il progetto è coordinato dalla dottoressa Paola Varese, oncologa nell'ospedale di Ovada.
di Ignazio Mormin
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