Gava: "Condivido documento FAVO su cure extraospedaliere" "La lotta al cancro in tutti i suoi aspetti, dalla prevenzione alla cura, dal contenimento del dolore all'assistenza psicologica, dalle dimissioni protette alla più totale attenzione ai malati terminali, sino al pieno coinvolgimento delle Associazioni del volontariato, di cui FAVO è un rilevantissimo esempio di organizzazione in rete nazionale, è e deve essere una delle più alte priorità delle politiche sanitarie del nostro Paese, ma anche un preciso impegno da portare avanti a livello di Regioni, in coordinamento e collaborazione con il Ministero della Salute". Lo sottolinea l'Assessore regionale alla Sanità del Veneto, nella sua veste di coordinatore nazionale degli Assessori alla Sanità delle Regioni e Province autonome italiane. Gava indica un obbiettivo da perseguire in generale: prevedere realisticamente la possibilità di una sempre maggior incidenza del cancro, in Italia e nel mondo; intensificare l'innovazione in tutti i campi della ricerca, della prevenzione e dell'erogazione dell'assistenza sanitaria (un diritto umano fondamentale); puntare ad una forte alleanza tra ricercatori, professionisti del settore sanitario, Governi, industria farmaceutica, Associazioni di malati e media per combattere il cancro ed i suoi maggiori alleati, ossia la paura, l'ignoranza, la compiacenza. Il "Sistema" d'offerta che Gava indica come il più efficace è composto da 4 aree organizzative: la Prevenzione, in cui rientrano i programmi di prevenzione primaria per la correzione dei comportamenti a rischio e alla rimozione delle condizioni ambientali correlate alla patologia neoplastica; la Diagnosi Precoce, in cui rientrano i programmi di screening per i tumori femminili e per il carcinoma colon-
retto; l'Assistenza Ospedaliera nell'ambito della quale creare un percorso senza soluzione di continuità tra diagnosi e terapia, sia medica che chirurgica in regime ambulatoriale, di day hospital e di ricovero; l'Assistenza Territoriale in cui far rientrare tutti i trattamenti eseguibili a domicilio e le
cure palliative, sulle quali si deve puntare alla realizzazione di una Rete di
Hospices, con l'incentivazione alla pratica delle più moderne terapie antidolore, con la convinta partecipazione al Programma Nazionale per L'Ospedale Senza Dolore. Gava indica poi l'importanza tutta l'attività di assistenza che si può riassumere con il termine di psico-oncologia, perché la sofferenza del malato oncologico non è solo fisica, ma anche profondamente psicologica, con traumi emotivi per sé, la famiglia, il microcosmo delle amicizie, che sono spesso pesantissimi. "Il cancro non conosce frontiere - conclude Gava - per cui dobbiamo puntare tutti a creare una nuova rete di alleanze tra gli operatori sanitari e le Associazioni di volontariato, in modo tale da sviluppare un nuovo atteggiamento di cooperazione per favorire il cambiamento del rapporto concro-malato e cancro-individuo sano, che dia rispondenza a tutte la fasi dell'azione di lotta: la prevenzione, la cura, la riabilitazione, gli aspetti psicologici. In questo senso, va letto con attenzione e condivisione il documento della Favo sulle Cure Extraospedaliere alle Persone Affette da Patologia Neoplastica, che sono pronto a tenere ben presente nella mia attività di coordinatore nazionale degli assessori regionali alla sanità".