La prevenzione e la cura degli effetti collaterali successivi alle cure primarie dipendono dalla tempestività con cui vengono segnalati al medico curante, nel momento stesso in cui la persona avverte i disturbi, ma anche dalla rete di controlli (‘follow-up’) messi in atto a partire dalla conclusione delle terapie. Tali controlli consistono in una serie di visite ed esami normalmente ben codificati dalla comunità scientifica, che hanno lo scopo di evidenziare un’eventuale recidiva della malattia, ma anche di farsi carico di tutte le altre problematiche di salute che condizionano il ritorno alla normalità.
I controlli sono condotti spesso in collaborazione tra gli specialisti ospedalieri e il medico di medicina generale. Dopo la prima fase ‘intensiva’, quando i controlli sono più diradati nel tempo, è proprio il medico di famiglia ad averne la responsabilità. È spesso lui a inviare il soggetto all’attenzione dello specialista qualora siano segnalati disturbi sospetti.
I controlli da eseguire nella persona sana e senza sintomi sono descritti in modo preciso da documenti di linee guida nazionali (come quello di AIOM) e internazionali. In molte circostanze, soprattutto dopo un certo tempo dalle cure primarie, l’unica pratica consigliata è la visita medica, che consiste nella raccolta di informazioni sui disturbi accusati e in una visita medica (esame obiettivo) generale. Quest’atto molto semplice non richiede tecnologie né competenze particolari, e rappresenta spesso l’occasione più importante per fare emergere problemi sottovalutati. È quindi fondamentale che la persona che ha una storia di cancro collabori con i servizi sanitari per assicurare la continuità di questi controlli, senza trascurare di aderire sempre ai programmi di screening (donne: mammella, colon, cervice; uomini: colon).
Ovviamente nessun controllo può garantire completamente dall’insorgenza di problemi di salute imprevisti, ed è proprio in questi casi che è importante potersi rivolgere prontamente al proprio centro di riferimento per gli opportuni approfondimenti.
I controlli sono importanti, ma ripeterli con frequenza eccessiva oppure fare quelli che non sono specifici rischia di creare ingiustificate apprensioni.
Per questa ragione, da alcuni anni l’AIOM, con la partecipazione attiva dei malati attraverso F.A.V.O., propone l’adozione di un ‘programma di follow-up’ che informi la persona in merito ai controlli che saranno da effettuare nel futuro e costituisca un documento condiviso tra gli specialisti, in modo da evitare sprechi e soprattutto assicurare la continuità dell’assistenza.
Si usa a tale scopo un modulo (v. fig. 2, pag. 8 del libretto La vita dopo il cancro ) in cui sono riportati i dati principali relativi ai trattamenti eseguiti, gli eventuali problemi irrisolti al termine dei trattamenti e i nomi dei sanitari responsabili del follow-up nei diversi periodi temporali. Il modulo prevede anche una tabella in cui elencare gli esami e le visite previsti nei mesi futuri.
L’utilizzo sistematico del documento di programmazione potrebbe servire a rappresentare con maggiore chiarezza e trasparenza il programma dei controlli e a condividere in modo semplice le informazioni di interesse comune per gli specialisti e anche per il soggetto interessato.
Questa pagina è tratta dal libretto "La vita dopo il cancro" realizzato da AIOM e FAVO