Farmaci autorizzati: Yervoy®
Che cos’è l'ipilimumab
Qual è il principio di azione
Che aspetto ha
Come si somministra
Potenziali effetti collaterali
Ulteriori informazioni
Che cos’è l'ipilimumab
L’Ipilimumab, comunemente noto con il nome commerciale di Yervoy, è una sostanza che appartiene alla classe di farmaci antitumorali che prendono il nome di anticorpi monoclonali. Si utilizza soprattutto per il trattamento dei pazienti affetti da melanoma avanzato (non resecabile o metastatico) negli adulti.
Qual è il principio di azione
Gli anticorpi monoclonali sono sostanze sintetiche, prodotte in laboratorio, in grado di distruggere alcuni tipi di cellule tumorali limitando al minimo il danno per le cellule sane. La loro funzione è quella di riconoscere determinate proteine (recettori) presenti sulla superficie di alcune cellule tumorali. Quando l’anticorpo monoclonale riconosce la presenza del recettore sulla superficie della cellula tumorale, vi si aggancia (come una chiave che s’inserisce nella serratura: ogni chiave può infilarsi in una sola serratura).
In questo modo stimola il sistema immunitario dell’organismo ad aggredire le cellule neoplastiche e può anche indurre queste ultime ad autodistruggersi, oppure blocca il recettore impedendogli di legarsi ad una proteina diversa che stimola la crescita delle cellule neoplastiche. Di conseguenza, non solo le cellule tumorali non sono più in grado di crescere e di prolificare, ma non si possono formare nuovi vasi sanguigni che alimentano il tumore. Venendo in questo modo a mancare l’apporto di ossigeno e di nutrienti, il tumore ‘si affama’, e di conseguenza si restringe o quanto meno smette di crescere.
Che aspetto ha
L’ipilimumab si presenta come un liquido di aspetto da trasparente a leggermente opalescente, da incolore a giallo pallido, che può contenere (poche) particelle leggere.
Come si somministra
L’ipilimumab si somministra per infusione in vena (somministrazione goccia a goccia) attraverso una cannula (un tubicino sottile che viene introdotto nella vena del braccio o della mano). Ogni infusione ha una durata di circa 90 minuti ogni 3 settimane, per un totale di 4 dosi.
Non deve essere somministrato per via endovenosa rapida o con iniezione in bolo. I pazienti devono completare l’intero trattamento di induzione (4 dosi) in base alla tollerabilità, indipendentemente dalla comparsa di nuove lesioni o dalla crescita di lesioni esistenti. Le valutazioni della risposta tumorale devono essere condotte soltanto dopo il completamento della terapia di induzione.
La gestione delle reazioni avverse immunocorrelate può richiedere la sospensione di una dose o l'interruzione permanente della terapia con YERVOY e l'istituzione di un trattamento sistemico con alte dosi di corticosteroidi. In alcuni casi, potrebbe essere presa in considerazione l'aggiunta di un'altra terapia immunosoppressiva.
Potenziali effetti collaterali
Le reazioni ai farmaci variano da individuo a individuo: alcuni pazienti accusano pochissimi effetti collaterali, altri, invece, devono sopportare conseguenze più pesanti. Non necessariamente gli effetti collaterali descritti nel Profilo Farmacologico colpiranno tutti coloro che si sottopongono al trattamento con ipilimumab.
È opportuno sapere che gli effetti collaterali possono essere diversi se l’ipilimumab è somministrato in associazione con farmaci chemioterapici. Ipilimumab è associato a reazioni avverse infiammatorie risultanti da un'attività immunitaria aumentata o eccessiva (reazioni avverse immuno-correlate), probabilmente correlate al meccanismo d'azione del farmaco. Reazioni avverse immuno-correlate, che possono essere severe o che possono mettere in pericolo la vita possono coinvolgere l'apparato gastrointestinale, il fegato, la cute, i nervi, il sistema endocrino o altri sistemi e organi. Anche se gran parte delle reazioni avverse immunocorrelate compare durante il periodo di induzione, la loro insorgenza è stata riportata anche mesi dopo l'ultima somministrazione di ipilimumab. In generale, può provocare astenia, ossia sensazione di stanchezza, e diminuzione dell’appetito; entrambe possono insorgere in forma lieve o anche in forma severa. L’astenia può essere legata all’anemia. È sempre consigliabile discuterne con l’oncologo.
La scheda sul farmaco prende in considerazione gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti in modo che siate preparati qualora dovessero verificarsi. Sono stati, invece, tralasciati gli effetti collaterali molto rari, ossia quelli che molto difficilmente accuserete. Qualora avvertiate qualunque effetto che ritenete possa essere connesso con l’assunzione del farmaco, ma che non è citato nella scheda sul farmaco, parlatene con l’oncologo che vi ha in cura.
Effetti precoci
Reazioni allergiche. L’ipilimumab, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche, come lo sviluppo di un’eruzione cutanea accompagnata da prurito, rialzo termico, brividi, rossore localizzato al volto, senso di vertigini, cefalea, mancanza di respiro, ansia e aumento della minzione. Questi disturbi possono venire in forma lieve o in forma severa, ed in questo caso richiedono un trattamento appropriato.
Sintomi simil-influenzali. Comprendono febbre e brividi. Possono insorgere a distanza di molte ore dalla somministrazione dell’ipilimumab, ma non durano a lungo. Può essere utile assumere un antiinfiammatorio (ad esempio tachipirina).
Abbassamento della pressione. Quando la pressione arteriosa diminuisce, si avvertono debolezza, sonnolenza, talvolta nausea. Se insorgono questi disturbi durante la somministrazione, è necessario avvisare l’infermiere.
Effetti tardivi
Insorgono dopo alcune settimane di trattamento e comprendono:
Riduzione del numero di globuli bianchi. Poiché i globuli bianchi sani aiutano l’organismo a combattere le infezioni, se il loro numero cala, aumenta il rischio. Questo raggiunge il livello massimo durante il trattamento e nei due mesi successivi. Si consiglia una terapia antibiotica e antivirale durante il trattamento con ipilimumab e per almeno due mesi successivi. In alcuni pazienti, la riduzione dei globuli bianchi prodotti dal midollo osseo può persistere fino ad un anno dopo il trattamento.
Reazioni gastrointestinali immuno-correlate: Ipilimumab è associato a reazioni gastrointestinali gravi immuno-correlate che si manifestano con sintomi quali diarrea, vomito, nausea emorragia gastrointestinale, colite, stipsi, malattia da reflusso gastroesofageo, dolore addominale, infiammazione mucosale. Il tempo mediano all'insorgenza di reazioni gastrointestinali immuno-correlate è stato di 8 settimane (range 5-13 settimane) dall'inizio del trattamento. La risoluzione si è verificata in gran parte dei casi (90%) con un tempo mediano dall'insorgenza alla risoluzione di 4 settimane.
Problemi di coagulazione sanguigna. Sono dovuti alla ridotta produzione di piastrine. Di conseguenza, aumenta il rischio di sanguinamento, sebbene l’effetto non duri a lungo. Sarete sottoposti a regolari esami del sangue per tenere sotto controllo i livelli delle piastrine.
Epatotossicità immuno-correlata: Ipilimumab è associato a grave epatotossicità immuno-correlata. Le transaminasi epatiche e la bilirubina devono essere valutate prima di ciascuna somministrazione di ipilimumab, in quanto le alterazioni precoci dei parametri di laboratorio possono essere indicative dell'insorgenza di un'epatite immuno-correlata. Gli aumenti dei valori di funzionalità epatica (LFTs) possono svilupparsi in assenza di sintomi clinici.
Reazioni avverse cutanee immuno-correlate: Ipilimumab è associato a reazioni avverse cutanee gravi che possono essere immuno-correlate. Necrolisi epidermica tossica e reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) sono state riportate negli studi clinici e durante l'uso postcommercializzazione. La DRESS si presenta come un rash con eosinofilia associata a una o più delle seguenti caratteristiche: febbre, linfoadenopatia, edema facciale e coinvolgimento di un organo interno (epatico, renale, polmonare).
Reazioni avverse neurologiche immuno-correlate: Ipilimumab è associato a reazioni avverse neurologiche immuno-correlate gravi, come la sindrome di Guillain-Barré ad esito fatale o sintomi simili a quelli della miastenia severa. I pazienti possono presentare debolezza muscolare e potrebbero insorgere neuropatie di tipo sensitivo o motorio.
Endocrinopatia immuno-correlata: Ipilimumab può causare un'infiammazione degli organi del sistema endocrino, che si manifesta come ipofisite, ipopituitarismo, insufficienza surrenalica ed ipotiroidismo. I pazienti possono presentare sintomi aspecifici che potrebbero simulare altre cause, come metastasi cerebrali o patologia sottostante. La presentazione clinica più comune è rappresentata da cefalea ed affaticamento.
Ulteriori informazioni
Alcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, comunicate all’oncologo quali farmaci assumete prima di cominciare il trattamento e consultatelo prima di assumere altri farmaci.
Gravidanza e fertilità. Non vi sono dati sufficienti sugli effetti del farmaco a lungo termine, per cui sono sconsigliate in modo assoluto le gravidanze durante la terapia. Se questo farmaco viene somministrato assieme ai chemioterapici, è necessario ricordare che il periodo durante il quale è sconsigliato intraprendere una gravidanza dura cinque anni dal termine della chemioterapia.
Aimac è grata alla dott.ssa Giulia Iardella, collaboratrice IRCCS San Raffaele Pisana, per la revisione critica del testo.
Ultima revisione: febbraio 2017
Titolo originale: Ipilimumab (Yervoy®)