Farmaci autorizzati: Adcetris®
Che cos’è il brentuximab
Qual è il principio di azione
Che aspetto ha
Come si somministra
Potenziali effetti collaterali
Ulteriori informazioni
Che cos’è il brentuximab
Il brentuximab, comunemente noto con il nome commerciale di Adcetris®, è una sostanza che appartiene alla classe di farmaci antitumorali che prendono il nome di anticorpi monoclonali. È un anticorpo coniugato a farmaco composto da un anticorpo monoclonale anti-CD30, legato in modo covalente all’agente antimicrotubulare monometilauristatina E (MMAE). ADCETRIS è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma di Hodgkin (HL) CD30+ recidivante o refrattario:
1. in seguito a trapianto autologo di cellule staminali (ASCT)
2. in seguito ad almeno due precedenti regimi terapeutici, quando l’ASCT o la polichemioterapia non è un’opzione terapeutica.
ADCETRIS è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da HL CD30+ ad aumentato rischio di recidiva o progressione in seguito ad ASCT. ADCETRIS è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma anaplastico a grandi cellule sistemico recidivante o refrattario (sALCL).
Qual è il principio di azione
Gli anticorpi monoclonali sono sostanze sintetiche, prodotte in laboratorio, in grado di distruggere alcuni tipi di cellule tumorali limitando al minimo il danno per le cellule sane. La loro funzione è quella di riconoscere determinate proteine (recettori) presenti sulla superficie di alcune cellule tumorali. Quando l’anticorpo monoclonale riconosce la presenza del recettore sulla superficie della cellula tumorale, vi si aggancia (come una chiave che s’inserisce nella serratura: ogni chiave può infilarsi in una sola serratura).
In questo modo stimola il sistema immunitario dell’organismo ad aggredire le cellule neoplastiche e può anche indurre queste ultime ad autodistruggersi, oppure blocca il recettore impedendogli di legarsi ad una proteina diversa che stimola la crescita delle cellule neoplastiche. Di conseguenza, non solo le cellule tumorali non sono più in grado di crescere e di prolificare, ma non si possono formare nuovi vasi sanguigni che alimentano il tumore. Venendo in questo modo a mancare l’apporto di ossigeno e di nutrienti, il tumore ‘si affama’, e di conseguenza si restringe o quanto meno smette di crescere.
Che aspetto ha
Il Brentuximab è una polvere bianca che, disciolta con acqua, forma una soluzione chiara.
Come si somministra
Il brentuximab si somministra per infusione in vena (somministrazione goccia a goccia) attraverso una cannula (un tubicino sottile che viene introdotto nella vena del braccio o della mano). Ogni infusione ha una durata di circa trenta minuti ogni 3 settimane.
Alcuni pazienti possono sviluppare una reazione allergica al farmaco (v. Effetti collaterali). Per ridurre il rischio di reazione allergica, le prime due dosi si somministrano lentamente. Per tale motivo, prima dell’infusione, vi potranno essere somministrati antistaminici, paracetamolo e piccole dosi di steroidi. In caso di reazione allergica, l’infusione sarà interrotta fino a quando i sintomi saranno scomparsi. Brentuximab vedotin deve essere somministrato attraverso una linea endovenosa separata e non miscelato con altri medicinali.
Potenziali effetti collaterali
Le reazioni ai farmaci variano da individuo a individuo: alcuni pazienti accusano pochissimi effetti collaterali, altri, invece, devono sopportare conseguenze più pesanti. Non necessariamente gli effetti collaterali descritti nel Profilo Farmacologico colpiranno tutti coloro che si sottopongono al trattamento con brentuximab vedotin.
È opportuno sapere che gli effetti collaterali possono essere diversi se il brentuximab è somministrato in associazione con farmaci chemioterapici. In generale, il brentuximab può provocare astenia, ossia sensazione di stanchezza, e diminuzione dell’appetito; entrambe possono insorgere in forma lieve o anche in forma severa. L’astenia può essere legata all’anemia. È sempre consigliabile discuterne con l’oncologo.
La scheda sul farmaco prende in considerazione gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti in modo che siate preparati qualora dovessero verificarsi. Sono stati, invece, tralasciati gli effetti collaterali molto rari, ossia quelli che molto difficilmente accuserete. Qualora avvertiate qualunque effetto che ritenete possa essere connesso con l’assunzione del farmaco, ma che non è citato nella scheda sul farmaco, parlatene con l’oncologo che vi ha in cura.
Effetti precoci
Reazioni allergiche.. Il Brentuximab, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche, come lo sviluppo di un’eruzione cutanea accompagnata da prurito, rialzo termico, brividi, rossore localizzato al volto, senso di vertigini, cefalea, mancanza di respiro, ansia e aumento della minzione. Questi disturbi possono venire in forma lieve o in forma severa, ed in questo caso richiedono un trattamento appropriato.
Reazioni correlate all’infusione. Sono state riferite reazioni correlate all’infusione (IRR) immediate e tardive, nonché reazioni anafilattiche. I pazienti devono essere attentamente monitorati durante e dopo l’infusione. In caso di insorgenza di una reazione anafilattica, la somministrazione di brentuximab vedotin deve essere interrotta immediatamente e definitivamente e deve essere somministrato un appropriato trattamento medico.
Sintomi simil-influenzali. Comprendono febbre e brividi. Possono insorgere a distanza di molte ore dalla somministrazione del brentuximab vedotin, ma non durano a lungo. Può essere utile assumere un antiinfiammatorio (ad esempio tachipirina).
Nausea e vomito. . Nonostante il brentuximab vedotin non sia un farmaco chemioterapico tradizionale, questi sintomi possono insorgere ugualmente, e durare anche per alcuni giorni. Di solito la nausea è di intensità modesta ed è sufficiente assumere un antiemetico; il vomito è raro. Per chi riceve il brentuximab in associazione alla chemioterapia, le probabilità di accusare questi sintomi è decisamente più alta.
Abbassamento della pressione. Quando la pressione arteriosa diminuisce, si avvertono debolezza, sonnolenza, talvolta nausea. Se insorgono questi disturbi durante la somministrazione, è necessario avvisare l’infermiere.
Effetti tardivi
Insorgono dopo alcune settimane di trattamento e comprendono:
Riduzione del numero delle cellule ematiche. Poiché i globuli bianchi sani aiutano l’organismo a combattere le infezioni, se il loro numero cala, aumenta il rischio. Questo raggiunge il livello massimo durante il trattamento e nei due mesi successivi. In alcuni pazienti, la riduzione dei globuli bianchi prodotti dal midollo osseo può persistere fino ad un anno dopo il trattamento. Con brentuximab vedotin possono verificarsi anemia, trombocitopenia e neutropenia prolungata. Si devono monitorare i valori dell’emocromo completo prima di somministrare ciascuna dose.
Problemi di coagulazione sanguigna. Sono dovuti alla ridotta produzione di piastrine. Di conseguenza, aumenta il rischio di sanguinamento, sebbene l’effetto non duri a lungo. Sarete sottoposti a regolari esami del sangue per tenere sotto controllo i livelli delle piastrine.
Gravi infezioni e infezioni opportunistiche. Gravi infezioni, come polmonite, batteriemia stafilococcica, sepsi/shock settico (compresi esiti fatali) e herpes zoster, e infezioni opportunistiche come polmonite da Pneumocystis jiroveci e candidosi orale, sono state riferite nei pazienti in trattamento con brentuximab vedotin. I pazienti devono essere attentamente monitorati durante il trattamento, per individuare l’insorgenza di possibili infezioni gravi e opportunistiche.
Neuropatia periferica. Il trattamento con brentuximab vedotin può causare neuropatia periferica, sia sensoriale sia motoria. Tipicamente la neuropatia periferica indotta da brentuximab vedotin è un effetto dell’esposizione cumulativa a questo medicinale ed è reversibile in gran parte dei casi.
Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica. Sono state riferite sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (TEN) con brentuximab vedotin. Sono stati riportati esiti fatali. In caso di insorgenza di SJS o TEN, il trattamento con brentuximab vedotin deve essere sospeso e deve essere somministrata un appropriato trattamento medico.
Complicanze gastrointestinali. Sono state riportate complicanze gastrointestinali (GI), fra cui ostruzione intestinale, ileo, enterocolite, colite neutropenica, erosione, ulcera, perforazione ed emorragia, a volte con esiti fatali, nei pazienti in trattamento con brentuximab vedotin.
Ulteriori informazioni
Alcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, comunicate all’oncologo quali farmaci assumete prima di cominciare il trattamento e consultatelo prima di assumere altri farmaci.
Gravidanza e fertilità. Non vi sono dati sufficienti sugli effetti del farmaco a lungo termine, per cui sono sconsigliate in modo assoluto le gravidanze durante la terapia. Se questo farmaco viene somministrato assieme ai chemioterapici, è necessario ricordare che il periodo durante il quale è sconsigliato intraprendere una gravidanza dura cinque anni dal termine della chemioterapia.
Aimac è grata alla dott.ssa Giulia Iardella, collaboratrice IRCCS San Raffaele Pisana, per la revisione critica del testo.
Ultima revisione: febbraio 2017
Titolo originale: Brentuximab vedotin (Adcetris®)