Sono Daniele, ho 35 anni e vivo a Verona. Vengo da una famiglia di 5 persone: mia mamma, i miei due fratelli e mio papà, che ci ha lasciati 2 anni fa a causa di un cancro scoperto solo 3 mesi prima della sua morte.
Ho voluto menzionarlo perché aver vissuto la sua sofferenza mi ha spinto ad affrontare la mia malattia in modo diverso. Questa esperienza mi ha dato la forza di lottare e mi ha motivato a trasmettere positività alla mia famiglia, che aveva appena attraversato una situazione molto difficile.
In particolare, mia mamma, una donna apparentemente forte, nasconde una profonda fragilità. Lei mi ha accompagnato in ogni istante di questo percorso, durante i 3 mesi di chemioterapia e soprattutto nei 15 giorni di ricovero a Milano, dove sono stato operato la seconda volta.
Ma partiamo dall'inizio: un anno fa mi è stato diagnosticato un coriocarcinoma al testicolo. Inizialmente ho subito un intervento per l'asportazione del testicolo con la speranza che fosse sufficiente per debellare completamente la malattia. Tuttavia, dopo l'operazione, una TAC ha rivelato delle metastasi nei linfonodi addominali e nel polmone destro.
Dopo l'intervento, il mio oncologo ha iniziato un percorso di chemioterapia, composto da 4 cicli consecutivi che hanno coperto un periodo di 3 mesi. Non entrerò nei dettagli dei cambiamenti fisici e psicologici né dei vari problemi derivati dai farmaci... Posso solo dire che sono riuscito a sopportare tutto e ho completato i cicli.
All'inizio del percorso, mi sono posto un obiettivo: dedicare questi 3 mesi per imparare come funziona la finanza. Ho raccolto il materiale e mi sono impegnato nello studio. Non nego che sia stato difficile per mille motivi, ma con determinazione e pazienza sono riuscito ad apprendere qualcosa.
Voglio condividere questo perché aver avuto un obiettivo mi ha aiutato a mantenere i piedi per terra. Questo approccio mi ha sostenuto soprattutto dal punto di vista psicologico, impedendomi di cadere in pensieri negativi che, a mio avviso, ostacolano la lotta contro questa malattia.
Dopo i cicli di chemioterapia, una TAC di controllo ha mostrato ancora dei residui di malattia nei linfonodi addominali e nel polmone. Quindi, ad aprile di quest'anno, ho subito un intervento per l'asportazione dei linfonodi. Non è stato facile... Sono stato lontano dalla mia compagna e da mio figlio, mentre mia mamma si è trasferita in albergo per 15 giorni per starmi vicino. L'operazione era rischiosa, specialmente considerando che il mio corpo era indebolito dalla terapia. Ammetto di aver avuto paura, ma non l'ho mai mostrato né trasmesso alle persone intorno a me. Questa attitudine positiva mi ha sempre aiutato. Essere positivo e trasmettere positività impedisce alle persone vicine di compatirti e di farti sentire malato.
Ovviamente non voglio sminuire l'importanza dell'aiuto che ho ricevuto. Mia mamma, i miei fratelli e soprattutto la mia compagna e nostro figlio mi hanno dato forza, coraggio e la volontà di lottare.
Da circa una settimana sono stato dichiarato guarito! Ora seguiranno controlli regolari, ma sto bene e sento di voler stare bene!
Ho voluto condividere la mia storia per lanciare un messaggio: la malattia può colpire chiunque, ma le armi che abbiamo per combatterla sono sicuramente le cure e la medicina, ma soprattutto il nostro atteggiamento nei confronti di essa. Se ci arrendiamo, se non ci poniamo degli obiettivi, se affrontiamo passivamente l'esperienza, il cammino sarà sicuramente più difficile!
Non dico questo con presunzione, perché ho visto molte persone soffrire e molte altre lottare per molto tempo. Tuttavia, spero di aver ispirato qualcuno o almeno di aver trasmesso un po' della mia positività!